Regia di Mimmo Esposito vedi scheda film
Claudio e Annandrea si conoscono ai tempi delle scuole superiori e, come spesso accade a quell’età, si innamorano e cominciano a vivere in simbiosi. Dal loro piccolo (e immaginario) paesino siciliano, si trasferiscono insieme a Palermo, dove entrambi frequentano l’università e sperimentano le gioie e i dolori della convivenza. Appartengono a due famiglie tra loro complementari: da un lato i Casisa e dall’altro lato i Vitrano, produttori di scorze di cannolo i primi e di ricotta (con tanto di gregge di pecore) i secondi. L’unione tra i due rampolli non può che essere benedetta dal fato: scorze e ricotte da sempre si sposano nella tradizione dolciaria siciliana. Come Claudio e Annandrea, anche i loro genitori si uniscono in una relazione, seppur d’affari e danno vita a un prodotto originale, avallato anche dal sindaco del paese: il “Clannolo”, in altre parole il cannono degli innamorati che racchiude il nome dei fidanzati e, si spera, futuri sposi.
Ed è qui che nasce l’inghippo: mentre in Romeo e Giulietta i Capuleti e i Montecchi osteggiavano l’unione, in La fuitina sbagliata i Casisa e i Vitrano la caldeggiano. Anzi, quasi la impongono, senza sapere che in realtà da qualche tempo Annandrea e Claudio, considerate le divergenze di carattere e le diverse prospettive di vita, hanno rotto. E c’è di più: lei ha già un nuovo fidanzato, Françoise, un tranquillo professore di francese. Come rivelare la verità ai genitori è dunque per i due un problema. Se la lontananza dal paesino favorisce le scuse più improbabili per giustificare l’assenza dell’altro, il ritorno a casa diventa una tragedia. Su imposizione di Annandrea, Claudio dovrebbe rivelare la verità ma una serie di circostanze lo portano, per non deludere i due “padri”, a chiederla in sposa con tanto di anello nuziale. Uscire dall’impasse non è semplice e ogni gesto dei due finisce per ritorcersi loro contro, fino al più improbabile dei matrimoni, con tanto di paese in chiesa e prete sui generis a celebrarlo.
Alla sua opera prima come regista, Mimmo Esposito – attore che in passato ha lavorato sotto le direttive di registi come Antonio Capuano e Antonietta De Lillo – si affida per La fuitina sbagliata al duo comico siciliano I Soldi Spicci, composto da Annandrea Vitrano e Claudio Casisa, un vero e proprio fenomeno del web con oltre 239 mila iscritti al loro canale YouTube e quasi 80 milioni di visualizzazioni. Seppur webstar, I Soldi Spicci si differenziano in maniera netta da altri personaggi che hanno tentato il salto dalla rete al grande schermo. Innanzitutto, non sono degli improvvisati: non siamo al cospetto di gente che affronta la recitazione per diletto ma ci ritroviamo davanti ad attori professionisti con alle spalle anni di spettacoli teatrali, prima a livello locale e poi nazionale. Formatisi tra le fila del Teatro Agricantus, Casisa e Vitrano hanno fatto della convivenza il tema principale dei loro video, siparietti in cui Annadrea domina su Claudio, vittima (in)consapevole del predominio femminile in casa, e in cui Claudio, grazie alla sua mimica facciale à la Jim Carrey, si trasforma in maschera comica. Con una dinamica che ricorda molto quella che Ficarra e Picone, Annandrea e Claudio in scena sono dunque simbolo della razionalità femminile e dell’immaturità maschile, una diversità che sin dalla notte dei tempi ha reso le relazioni tra coetanei un’avventura sempre imprevedibile. Piacevoli e mai esagerati, mischiano intelligentemente vita privata (sì, fanno coppia anche fuori dalle scene) con situazioni al limite dell’inverosimile, senza dimenticare che l’arte della commedia passa prima dalla scrittura: i loro testi non sono mai banali né sgangherati. Non mirano alla risata di pancia ma a quella di testa, ragionata e metabolizzata.
Affidandosi a un soggetto semplice, Esposito mette in scena una commedia che una volta tanto non vive di stereotipi o di situazioni fatte. Ricordando vagamente i giochi di Bogdanovich, si diverte con gli equivoci e rifugge la volgarità, elemento quasi costante della produzione italiana, per sposare l’eleganza della battuta. Poco importa se commette qualche ingenuità (l’uso dei piccoli boyscout, ad esempio, si poteva forse evitare per scongiurare il rischio di richiamare alla mente i bambini di Si accettano miracoli di Alessandro Siani, sorta di padrino del film), il sorriso è assicurato dalla verve dei due protagonisti ma anche del comparto secondario. Facendo affidamento alla storia, La fuitina sbagliata recluta attori del teatro, del cinema e della televisione siciliani. I nomi non diranno molto ma i volti sì: Stefania Blandeburgo, ad esempio, è apparsa in numerose serie televisive, da Squadra Antimafia a Il commissario Montalbano, passando per Don Matteo, dove interpreta un ruolo di primo piano; Paride Benassai lo si vede in questi giorni nel sottostimato Una storia senza nome di Roberto Andò ed è stato coprotagonista di quel piccolo gioiello misconosciuto che è Ore diciotto in punto; il catanese David Coco era il Leonardo Vitale di L’uomo di vetro di Stefano Incerti e il Bernardo Provenzano di L’ultimo dei Corleonesi; e la siracusana Barbara Tabita non ha certo bisogno di presentazioni. Numerosi poi i nomi degli artisti locali coinvolti nelle riprese, da Toti & Totino a Ernesto Maria Ponte, tutti al servizio di una storia che, nel suo candore, non stanca fino all’inevitabile happy end sbagliato, per dirla con il titolo. Una bella sorpresa tanto per gli spettatori di Trento quanto per quelli di Palermo: a differenza di progetti sulla carta similari che possono esser capiti solo negli ambiti della regione di riferimento, La fuitina sbagliata supera i confini dell'isola e si rivolge a tutti.
Nota a margine che nulla ha a che vedere con il film
Curiosamente, I Soldi Spicci sono originari del mio stesso paese, Misilmeri. Curiosamente, è lo stesso paese che ha dato i natali a Valentino Picone. E ancora più curiosamente non conosce personalmente né i primi né il secondo. È giusto precisarlo per evitare che si parli di compiacenza o di favori tra compaesani. Dirlo mi permette di fare una piccola riflessione sulla mia terra. In passato al centro di una sanguinolenta e spietata guerra mafiosa, Misilmeri negli ultimi anni si sta distinguendo in più campi, come se avesse una voglia disperata di lasciarsi alle spalle l’orrore degli anni passati e di lasciare un segno negli annali dello spettacolo e non solo tra le pagine di cronaca dei quotidiani locali e non solo. C’è ancora molto da fare, le amministrazioni non sempre remano nella giusta direzione: capita che si finisca ancora a fare notizia per i furbetti del cartellino o per l’assistenza sanitaria ai cadaveri e per l’incuria ai monumenti che la cittadina, da 30 mila abitanti, offre. Però siamo sulla giusta strada: basti ricordare Picone, I Soldi Spicci o la ballerina Alessandra Tripoli, che non paga dei successi nei campionati internazionali ha vinto l’ultima edizione di Ballando con le stelle. Venite a visitare Misilmeri, se siete di passaggio, ma fatelo senza pregiudizio.
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