Regia di Volfango De Biasi vedi scheda film
Fred, Diego e Paolo gestiscono un'agenzia che si occupa di creare alibi e finte "verità" per chi, avendo qualcosa da mascondere - tradimenti, passioni inconciliabili con un ruolo pubblico, etc. - richiede i loro servizi. Fred, uomo di fascino e mente del gruppo, si innamora di Clio, una ragazza che non tollera le bugie. Un giorno, scopre che il padre della ragazza è un suo cliente, il quale nasconde una relazione con una donna di molto più giovane, con un certo talento nel rap e la voglia di sfondare nel mondo dello spettacolo. Le due vicende procedono di pari passo, finchè, inevitabilmente s'intrecciano. Alberto, la figlia, l'amante - Cinzia - e la moglie - Irene, si recano in vacanza nello stesso luogo, un lussuoso villaggio turistico in Puglia. Fred ed i suoi sono costretti ad intervenire urgentemente; le capacità dell'agenzia, a questo punto, vengono messe a dura prova. Una commediola un po' sgangherata con una buona idea alla base ed una trama costruita sull'intreccio di verità e bugie che definiscono i rapporti tra i personaggi. La parte centrale del film, ambientata all'interno del comprensorio turistico, è la più divertente; mostra le azioni, sempre più incredibili, che i tre soci dell'agenzia devono compiere per non far crollare il castello di menzogne; attività resa più complessa dal fatto che Fred è fidanzato con Clio. Nonostante affronti le tematice della ricerca della felicità, che bugie piccole e grandi contribuirebbero a preservare, e del perdono, al quale gli anziani sono più inclini dei giovani, il regista non cede a tentazioni moralizzatrici, limitandosi a creare situazioni divertenti, e finendo per mettere un po' troppa "carne a fuoco", esempio la vicenda dei gay nell'ultima parte del film. La fine non mi è piaciuta. Come spesso ho visto accadere in film italiani, la storia "sfugge di mano" al regista, il quale, per cercare una conclusione che ritiene soddisfacente - in questo caso, un classico "... e vissero tutti felici e contenti" - va un po' oltre con la fantasia, in una vicenda che di reale ha poco già in partenza. I personaggi non sono molto approfonditi; ho apprezzato, però, il personaggio della moglie di Alberto. Le lagnanze del marito - una routine domestica ormai soffocante, una vita sessuale nulla - coincidono con le sue. Ella, però, pur valutando - dichiarandolo - l'ipotesi di "spezzare" con un tradimento, rimane fedele ad Alberto e sa perdonarlo. Tra gli attori, ho invece apprezzato Massimo Ghini nei panni di Alberto, diviso tra la passione per Cinzia e l'affetto per la moglie; Diana Del Bufalo, nel ruolo della giovane musicista sognatrice ed ingenua; Luigi Luciano / Herbert Ballerina, per la sua espressività molisana. Poco spontanea, invece, Alessandra Mastronardi. Una commedia fuori di testa, a tratti divertente, con interpretazioni altalenanti e una conclusione che non ho apprezzato in quanto veramente "forzata".
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