Regia di Christian De Sica vedi scheda film
La battuta più bella del film:"ma ce l'hai la patente per guidare?" " certo ho la patente D..." " di chi?"
Amici come Prima. (2018) di Christian De Sica
Al Presidente Colombo (Boldi) occorre una badante e all’ex Concierge Proietti (De Sica) un lavoro ben retribuito: pronta la trasformazione in Lisa con inevitabili allusioni sessuali e fraintendimenti.
Il ritorno al Cinema della coppia De Sica/Boldi, dopo 14 anni, coincide con il ritorno dietro la macchina da presa, dopo 13, del Christian nazionale che sembra anche fin troppo ispirato nei virtuosismi stilistici di macchina, ma ben poca cosa nella messa in scena di una storia dai contorni comici, che finiscono con lo scadere nel grottesco più sterile. Il racconto da principio ha l’ambizione di affondare nel sociologico, la perdita del lavoro da non giovani, per poter virare in commedia, quando l’agé direttore d’albergo Cesare Proietti è “costretto” dagli eventi e dalla sua stessa famiglia (il tenore di vita concesso alla moglie ed al figlio fino a quel momento) ad inventarsi una nuova identità, trasformandosi in Lisa Sandrelli, prosperosa badante del miliardario Massimo Colombo.
La trasfigurazione femminile di De Sica in Lisa, da quel punto in poi, prende il sopravvento sulla vicenda stessa, mettendo in secondo piano tutti i temi e tempi comici del duo, che attinge a piene mani dal repertorio classico e ripetitivo, come mai prima d’ora.
Il regista dà l’impressione di compiacersi troppo delle “capacità” femminili del sig. Proietti, trascurando le possibilità infinite che la commedia degli equivoci potrebbe scatenare (vedi Mrs.Doubtfire) senza necessariamente scadere nel trash, come lo spuntino notturno con i trans, rischiando di alimentare antiche ipocrisie e irritanti derive omofobe. Il film non fa ridere, se questo era l’intendimento degli sceneggiatori, ma non fa neanche riflettere. De Sica prende le distanze dai Cinepanettoni, ma non graffia in nessuna altra direzione. Dimostra è pur vero la conoscenza del mezzo tecnico, con manierismo di livello ma fine a sé stesso e lontano anni luce dalla aridità del racconto.
Le battute volgari dei due protagonisti, che qualche anno fa sembravano irrinunciabili per la risata fragorosa del pubblico, in Amici come Prima stonano e fanno riflettere per una occasione perduta da due attori, che tanto hanno ancora da dare alla commedia italiana.
Sebbene il Cumenda Colombo somigli molto al ricco aristocratico Philippe di Quasi Amici (l’antipatia funzionale traspare poco in Boldi), a Lisa non viene chiesto di fare il nero “Driss” (ma neanche il sofisticato Albin de Il Vizietto), così la commedia tragica del duo Toledano/Nakache regala molti momenti di ilarità in più, senza per questo scadere di tensione emotiva (la brava Regina Orioli ci prova con scarsi risultati) che manca alla storia raccontata dal duo più acclamato d’Italia.
Lu Abusivo.
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