Trama
Pierre-Paul, 36 anni, ha un dottorato in filosofia ma deve lavorare come fattorino per tirar su uno stipendio decente: un giorno, durante una consegna, si ritrova sulla scena di una rapina finita male: due morti, e altrettanti borsoni pieni di banconote. Cosa fare? Restare a mani vuote, o prenderli e scappare?
Approfondimento
LA CADUTA DELL'IMPERO AMERICANO: IL POTERE DEI SOLDI
Diretto e sceneggiato da Denys Arcand, La caduta dell'impero americano racconta la storia di Pierre-Paul Daoust, un uomo insicuro e timido di 36 anni con la passione per la letteratura e una laurea in filosofia. Poiché non trova un'occupazione, Pierre-Paul è costretto a lavorare come fattorino per avere uno stipendio decente.
Un giorno, mentre consegna un pacco, Paul si imbatte nella scena di una rapina a mano armata che, andando male, provoca due morti. Trova così due borse sportive piene di banconote, diversi milioni in contanti, che decide di prendere e nascondere. Interrogato da due detective della polizia, riesce a cavarsela ma poi, assalito dal rimorso, deve trovare un modo per liberarsi di quel denaro sporco. Solo l'aiuto di Aspasie, una prostituta, e di Sylvain, un ex motociclista appena uscito di prigione, potrebbe salvarlo, soprattutto dopo che il capo della banda a cui i soldi sono sfuggiti manifesta l'intenzione di riprendersi ciò che gli appartiene#, costi quel che costi#.
Tuttavia, servirà loro l'aiuto di una terza mente criminale: il mago della finanza Wilbrod Taschereau, ex cliente di Aspasie. Nel frattempo, Pete LaBauve e Carla McDuff, i due imbranati detective che si occupano del caso, non hanno alcuna intenzione di demordere con le indagini.
Con la direzione della fotografia di Van Royko, le scenografie di Michèle Forest, i costumi di Sophie Lefebvre, e le musiche originali di Mathieu Lussier e Louis Dufort, La caduta dell'impero americano è una riflessione (satirica) sul potere del denaro nella società contemporanea, sempre meno attenta ai valori di un tempo. Ha spiegato il regista: "Realizzo film cercando, nel mio piccolo, di riprodurre uno specchio della vita e del tempo che viviamo. Siamo tutti sottomessi all'impero americano, incluso gli angoli più remoti del nostro pianeta. Quell'impero sta però morendo e le sue convulsioni ci colpiscono in tutta la loro brutalità. Chi ripone speranze in un'ipotetica dimissione di Donald Trump dimentica che nell'antica Roma dopo Caligola arrivò Nerone dando inizio a tre secoli di inesorabile declino. In Canada, il mio Paese, vivevamo comodamente sotto l'ombrello della "pax americana" ma la decadenza morale dell'impero ha infettato anche noi. L'onnipotenza del denaro è uno dei sintomi. Troveremo mai antibiotici abbastanza potenti per combattere tale cancro?".
Il cast
A dirigere La caduta dell'impero americano è Denys Arcand, regista, sceneggiatore e scrittore canadese. Nato nel 1941 in Québec, ha studiato Storia all'Università di Montreal muovendo i primi passi come regista nella National Film Board, per cui ha curato diversi documentari di interesse pubblico. Il suo debutto… Vedi tutto
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Commenti (3) vedi tutti
Arcand dirige una sorta di sgangherato "heist movie" dai risvolti sociali. lo sfigato nerd, l'escort, il truffatore, l'impiegata di banca, l'intrallazzatore, insieme a TUTTI i poveri di Montreal (e se vogliamo anche i poliziotti) sono personaggi davvero un po' troppo buoni per risultare davvero convincenti e incisivi. da vedere, ma con riserva.
commento di giovenostaNella scheda del film c'è scritto che Denys Arcand ha esordito nel lungometraggio cinematografico nel 1986 con ''Il declino dell'impero americano''. Errato, aveva gia' diretto lungometraggi di culto in patria e data la lingua francese, anche all'estero in Francia e nei festival internazionali. Titoli premiati e di successo commerciale in Quebec, co
commento di JohnNadaQuasi un teorema graffiante e impietoso: il vecchio Arcand ha colpito ancora facendoci anche amaramente divertire, con questo film, molto consigliabile, interpretato da magnifici attori, fra i quali gli splendidi Remy Girard e Pierre Curzì, attori-feticcio dei suoi film più belli.
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