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La città verrà distrutta all'alba

Regia di George A. Romero vedi scheda film

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La recensione su La città verrà distrutta all'alba

di Stefano L
7 stelle

The Crazies" (1973) - The horror films of George A. Romero - CBS News

 

Il secondo horror in “full color” di George Romero, strutturalmente diverso dal suo inaspettato successo al botteghino di “Night of the Living Dead”, ma ugualmente graffiante e provocatorio, anche se questa volta realizzato con uno stile di ripresa più “convenzionale”, tanto che alcuni ne potrebbero criticare la parvenza da piccolo schermo; c’è sempre però un’arma batteriologica da combattere, un virus funesto sfuggito all’uomo a causa dell’inefficienza delle forze dell’ordine e perfino dell'équipe degli studi di ricerca, che non trovano mai un punto di conciliazione. È il preambolo dell’apocalisse che incombe sugli Stati Uniti D’America in modo del tutto inatteso. Le radio e le televisioni comunicano informazioni mistificate, gli abitanti perdono la ragione e si annientano tra di loro (no, qui gli zombi non c’entrano, anche se in alcuni siti il film è inserito col tag “morti viventi”), l’esercito risulta inefficace e molto autolesionista (“non sta dalla parte di nessuno”, afferma uno dei personaggi). "La città verrà distrutta all’alba" (per una volta un titolo italiano non malvagio: nominarlo “I Pazzi” era fin troppo insolito) sembra la metafora di un paese perennemente in contraddizione con i propri ideali e quei principi che lo stesso spaccia per “democrazia”. Può essere considerato non a caso il primo film “esplicitamente politico” di Romero, in cui il cittadino diventa inderogabilmente la prima minaccia della medesima specie umana: la forma narrativa del plot appare piuttosto ondivaga ed i “protagonisti” (o meglio i “sopravvissuti”) hanno un profilo biografico solo evanescente, nella migliore tradizione romeriana, sebbene siano comunque esaurientemente tangibili nella sensibilità al mondo esterno e nelle loro angosce. Non sono persone che devono mostrarsi a tutti i costi piacevoli al pubblico, forse per lo più infatti si definirebbero figure “empatiche”, diventando dunque preferibilmente realistiche e credibili rispetto a parecchi caratteri-macchietta, i quali imperano ricorrentemente nel cinema commerciale d'induzione fantascientifica/filosofica più vicina allo stream di massa: "The Crazies" ha il grande pregio di essere legato alla tradizione umanistica del suo autore, nonostante fosse ancora distante dai prodigi tecnici che il Re dell’Horror saprà in seguito sfruttare con intelligenza e diletto per il cinema indipendente svincolato dai limiti delle major. La scarsa promozione/distribuzione delle sale lo tennero purtroppo lontano da quel mercato “globale” che avrebbe meritato.

 

 

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