Al Fountain è un ingegnere con seri problemi di relazione con le altre persone. La sua rigida educazione lo porta a negare ogni indulgenza verso i suoi operai, la famiglia e se stesso. Terminato anzitempo un lavoro, Al affitta un'auto alla Circle-Rent-A-Car, e inizia a girovagare in un percorso circolare attraverso i luoghi dell'infanzia. L'incontro con Kid, un ex attore che vive ai margini della società, è fondamentale nel dirigere Al verso un migliore rapporto con se stesso e il mondo.
Note
Già campione del cinema indipendente statunitense con "Johnny Suede" e il metafilm "Si gira a Manhattan", questa volta Tom Di Cillo accusa una parziale battuta a vuoto. Siamo dalle parti di Frank Capra, ma la storia stenta a prendere il volo e Turturro è inzavorrato da una recitazione piana e senza scarti alla quale avrebbe giovato una graffiante ironia, non uno sterile ecologico buonismo. Il film è stato presentato al Festival di Venezia nel 1996.
E' da quattro anni che aspettavo il passaggio televisivo di questa piccola chicca di film che insegna ad ognuno a togliersi i paraocchi, a rimettersi in gioco e a guardare il mondo sotto un punto di vista diverso dal proprio.
Un ingegnere non è capace di rapportarsi con il prossimo se non in modo formale: gli operai della centrale in cui lavora lo tengono a distanza, la moglie gli vuol bene ma si sta estraniando da lui e il figlioletto si sente intimidito dalla sua presenza. Ci vorrà l’incontro con un coglioncello (uno che crede persino alla regolarità delle partite di catch viste in tv) e… leggi tutto
DiCillo racconta un uomo bloccato da se stesso attraverso pochi dettagli e riesce ad avvincere. Turturro è perfetto e se la storia (cultura vs. natura) è esile e le metafore semplici, il cuore si scalda grazie al ritratto vivo di personaggi alla ricerca di un contatto fisico ed emotivo. Rockwell e la Keener fanno un figurone. Il cinema indie poi - colpa del Sundance e della moda - è solo… leggi tutto
Un ingegnere non è capace di rapportarsi con il prossimo se non in modo formale: gli operai della centrale in cui lavora lo tengono a distanza, la moglie gli vuol bene ma si sta estraniando da lui e il figlioletto si sente intimidito dalla sua presenza. Ci vorrà l’incontro con un coglioncello (uno che crede persino alla regolarità delle partite di catch viste in tv) e…
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E' proprio un Turturro (quasi)napoletano quello in scena in questi giorni a Napoli, sino al 29 Gennaio al Teatro Mercadante con ''Souls of Naples'' (''Questi fantasmi'') di Eduardo De Filippo, nella traduzione…
Non sono d'accordo con la recensione di cui sopra.
Non credo si tratti di una battuta a vuoto.
Mi è parso un film molto bello, sensibile, toccante, con una storia sommessa ma molto ben recitata. Non il tipico prodotto di Hollywood, certamente. Siamo anche _notevolmente_ distanti da Frank Capra.
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Commenti (2) vedi tutti
Leggero, amabile, non mostra nulla di particolarmente innovativo, ma gli umori e i personaggi sono di quelli giusti.
commento di moviemanE' da quattro anni che aspettavo il passaggio televisivo di questa piccola chicca di film che insegna ad ognuno a togliersi i paraocchi, a rimettersi in gioco e a guardare il mondo sotto un punto di vista diverso dal proprio.
commento di Orange