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Wonder Woman 1984

Regia di Patty Jenkins vedi scheda film

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La recensione su Wonder Woman 1984

di alan smithee
4 stelle

C'è un vero e proprio "specchio delle brame" al centro di questo secondo film completamente dedicato al personaggio dell'eroina amazzone, apparsa tuttavia anche in altri due film DC come Batman vs. Superman e Justice League.

Dopo un incalzante incipit dedicato all'infanzia già eroica della tenace ed impulsiva Diana (la statuaria valchiria Gal Gadot), che ci permette di ritrovare in poco più che un cameo la madre della piccola interpretata da una stupenda Robin Wright e la regina delle Amazzoni, ovvero la non meno avvenente Connie Nilsen, la vicenda ci fa ritrovare l'eroina adulta in pieni ed euforici anni '80, impegnata a dividersi tra ricercatrice coscienziosa di un celebre museo e l'eroina impegnata a sventare azioni criminose di cui risulta piena la metropoli.

Il ritrovamento di una pietra di dubbio valore tra la refurtiva di alcuni ladri e falsari, depositata assieme al resto della refurtiva nel museo ove Diana lavora assieme alla collega un po' complessata Barbara (una brava ed esilarante Kristen Wiig), si rivelerà niente meno che un oggetto per avverare ogni tipo di desiderio, di cui involontariamente si gioveranno entrambe le donne, ritrovando Diana il suo scomparso amante/pilota del passato (un Chris Pine riviviscente grazie ai prodigi della pietra, ma pure per merito di certi sceneggiatori lasciati a briglia sciolta), mentre la nerd barbara si trasformerà in una vamp avvenente ed attizza-maschi, oltre che in una supereroina dotata di minor senso civico della sua collega.

Al centro della contesa la pietra finirà ancor più per influenzare l'ambizioso uomo d'affari Maxwell Lord (Pedro Pascal), che con enfasi shakespeariana si trasformerà nella minaccia più temibile per l'umanità, che per tenerlo a bada non potrà far molto altro che contare sulla presenza determinante dell'eroina Wonder Woman, perfetta e composta anche quando qualche goccia di sangue scalfisce il suo corpo statuario ed armonioso, oltre che invincibile.

In regia ritroviamo l'affezionata Patty Jenkins, così legata al personaggio ideato da William Moulton Marston ad inizio anni '40, da avere in programma gli ulteriori due film che completano la quadrilogia sull'eroina amazzone divenuta uno dei supereroi di riferimento del mondo DC Comics.

Certo la vicenda, per quanto dinamica e condita di effetti speciali molto ben organizzati e concepiti, risulta un fumettone lungo sino all'inverosimile, un po' troppo sbilanciato verso una comicità che stenta ad amalgamarsi al discorso di fondo, a chiaro indirizzo etico, che ispira la vicenda. 

E 151 minuti di tempo per raccontare tutto ciò risultano davvero troppi per risultare non indigesti.

Anche se, lo ammettiamo, l'ambientazione anni '80 risulta stuzzicante, e la "cattiva" un po' imbranata resa ottimamente da Kristen Wiig è davvero il tassello più prezioso del fumettone infinito di questo secondo film dedicato all'eroina.

Se vi va un curioso "amarcord", aspettate che scorrano i titoli di coda per ritrovarvi di fronte alla originaria, indimenticabile Wonder Woman televisiva (la non meno statuaria Lynda Carter), ancora in gran forma ed ironica al punto giusto per apparire nel gustoso cameo posto quasi oltre ogni tempo massimo consentito. 

 

 

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