Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Ad uno sguardo superficiale è solamente un film sgraziato e sgangherato, con musiche in napoletano cantate da personaggi siciliani. Puro trash. E invece il trash è solo il veicolo per un messaggio senza difficoltà definibile coraggioso e pure insolito: Tano da morire è un film sulla mafia vista dal di dentro, ma con una carica satirica ed ironica realmente sovversiva, una sorta di Padrino comico con lievi ambizioni di denuncia. Lievi perchè in fondo l'atmosfera da carosello-musical-videoclip anni '80 non concede eccessivo spazio alla riflessione, e denuncia perchè la Sicilia inquadrata con questa ferocia satirica si era vista solo in Germi, molti anni prima. I rimandi alla Sicilia decadente, rozza e brutale di Ciprì (fotografia) e Maresco sono palesi, l'autoironia è la costante che permette di apprezzare l'utilizzo di attori non professionisti (nè professionali) ed un impianto comico-surreale per una storia di morti e tragedie. Nino D'Angelo scrive le musiche, ottime.
Tano è un mafioso palermitano di una famiglia 'perdente' che viene eliminato nella sua macelleria da un sicario rivale. Lascia quattro sorelle zitelle che adora e decide di continuare a proteggere pure dall'aldilà. Soprattutto quando una di esse decide di sposarsi.
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