Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Se la satira consiste nell'evidenziare i dettagli con l'introduzione di iperboli e dissonanze, questo lavoro di Roberta Torre ne è la brillante interpretazione artistica, in termini di immagini e di suoni. L'operazione investe in toto il tessuto narrativo, perché il fenomeno mafioso, che di tale operazione è il bersaglio dichiarato, permea per intero il contesto sociale entro cui la storia si svolge. L'esplosione di musica e colori riproduce l'effetto di un ideale scompaginamento dell'ordine vigente, che produrrebbe certo fragorosi stridori, i quali, però, segnando la definitiva liberazione dal terrore, potrebbero confondersi con gli allegri scoppiettii di una festa popolare.
Un'opera dal linguaggio cinematografico innovativo, che, purtroppo, non ha avuto le ripercussioni che avrebbe meritato.
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