Regia di Simon Fellows vedi scheda film
PRIME VIDEO
In una sonnolenta cittadina di periferia americana, la vita sempre uguale dei suoi tranquilli cittadini viene scossa dal ritrovamento del corpo senza vita di un bambino piuttosto noto, apparentemente annegato in un placido e poco profondo corso d'acqua.
La notizia scuote in particolare un giovane netturbino affetto da autismo, che conosceva piuttosto bene il ragazzino e che, nel porgere le sue condoglianze ai genitori, viene preso da una rabbia interiore che lo spinge ad indagare su una morte che la polizia troppo frettolosamente classifica come incidente.
Si improvviserà detective, quel semplice ragazzo dai modi impacciati e per questo spesso reso oggetto di derisione dalla comunità.
Aiutato da una collega innamorata di lui ma non corrisposta, l'uomo - padre di una ragazzina più o meno coetanea del ragazzo ritrovato senza vita, sempre disposto a cerca di riconquistare il posto ufficiale di padre e compagno della donna con cui ha consumato un breve amplesso che lo ha reso poi genitore - finirà per smascherare un complotto volto a tener nascosto il vero responsabile di quello che fu un vero e proprio crimine, camuffato da incidente.
Diretto con una certa accuratezza da Simon Fellows, regista fino ad ora specializzato prevalentemente in action non proprio memorabili, e con all'attivo già un discreto numero di film che portano la sua regia, Steel country si rivela come un thriller maturo in cui l'azione viene quasi sempre sostituita o messa da part a vantaggio di uno studio introspettivo incentrato sul tormentato personaggio del protagonista, a cui l'egregio attore Andrew Scott (visto di recente anche nel bellico 1917 di Sam Mendes) dà corpo e soprattutto volto, dando vita ad un performance realmente degna di nota, e già da sola sufficiente a rendere il film, di per sé caratterizzato da una trama per nulla nuova od originale, una vera sorpresa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta