Regia di Taika Waititi vedi scheda film
Dopo Benigni anche Waititi affronta lo Shoah ironicamente ed ingenuamente
Una favola nera diretta in modo intelligente dall'istrionico Taika Waititi che anche con "Thor: Ragnarok" aveva osato parodizzare l'universo Marvel. Stavolta si confronta a modo suo con la storia in uno dei suoi episodi più tristi e tragici, l'olocausto ironizzando sulla figura di Hitler rendendolo l'amico immaginario del ragazzino protagonista e facendolo comportare in maniera infantile e ridicola, essendo il frutto della fantasia di un bambino di dieci anni. Come Benigni con il suo "La vita è bella" aveva affrontato con gli ingenui ed innocenti occhi del figlio la tragedia dello Shoah, Waititi ci racconta la storia di Jojo, un bambino decenne che cresciuto insieme alla madre è un convinto sostenitore del partito nazista ed ha come miglior amico Adolf Hitler, frutto della sua puerile fantasia. L'incontro con una ragazza ebrea amica della sua scomparsa sorella e nascosta dalla madre nella loro casa, gli farà scoprire il mondo attraverso una visione totalmente differente e lo farà crescere più in fretta di quello che avrebbe dovuto. L'esordiente R.G. Davis bravo ad interpretare il piccolo protagonista come T. McKenzie quello della ragazza ebrea. Menzione particolare per un ottimo Sam Rockwell, interprete dello stravagante ed ambiguo capitano Klenzendorf, la Johansson nei panni della madre fa il suo compito senza sbavature con omaggio al film di Benigni simulando i gesti di una marionetta mentre si muove. Sicuramente da vedere non solo per il tema trattato.
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