Regia di Taika Waititi vedi scheda film
Jojo Rabbit è un film sorprendente che in modo ironico e nuovo, ridicolizza il massimo gerarca nazista, trasformandolo nell'amico immaginario di un bambino di 10 anni, con più dubbi che certezze.
Jojo rabbit è un film notevole perchè si distacca da altri film riguardanti l'Olocausto e la liberazione, in modo ironico ma anche serio, e allo stesso tempo ne riprende alcuni stimoli che se uniti, ne formano un grande quadro sorprendente.
In più punti si fa notare e si calca l'ignoranza, su costruzioni antropologiche propagandistiche su gli indesiderati e impuri come fondamentalmente avviene quotidianamente, tanto che mi sono trovato personalmente in tempi recenti a dovere spiegare alla solita persona che il Wakanda non esiste e che la Romania non confina con la Svizzera, presi come spunti per non far entrare lo straniero.
Inoltre si prendono furbescamente e ironicamente, le leggende legate al nazismo, tra le tante che ci possano esistere da gli unicorni ai cloni dello stesso Fuhrer, che non riesce neppure a farsi crescere dei baffi seri.
Scena finale di pochi minuti molto pulita in fatto di violenza visiva, ma così pregna di "simboli" che rappresentano la stupidità in se della guerra, che potrebbe fare sparire i 24 minuti molto più crudi di "Salvate il soldato Ryan". Dove spicca naturalmente il vestito, coperto da copyright del Capitano Klenzendorf e del suo assistente, che anticipa nell'ingegno gli elicotteri di "Apocalypse Now".
Che l'allontanamento del Capitano Klenzendorf, dal fronte della guerra non sia dovuto solo ed esclusivamente dall'handicap visivo, è evidente in più punti (compreso il vestito composto da lui). Che abbia un rapporto, che va oltre la differenza gerarchica, con l'assistente è poco nascosta, ma si sa che i nazisti "tolleravano" certe deviazioni da parte di alcuni camerati solo per il loro grado e il loro valore, fino a quando facevano comodo, come accadde nella "notte dei lunghi coltelli". Certo la cosa è solo abbozzata, non era sicuramente negli intenti di Waititi raccontare tale condizione discriminatoria che non gli permetteva di avere troppe promozioni, ma non lascia neppure niente al caso e rende il Capitano interpretato da Sam Rockwell semplicemente più umano, e aperto in positivo, un sovversivo alle regole abiette e alla chiusura malevola del regime, insomma un comprimario sorprendente di grande spessore.
Insomma se lo si guarda bene Taika Waititi, nasconde e riassume molti fatti inerenti l'olocausto, comprese "citazioni" da altri che lo rendono un film davvero unico.
Notevole la soundtrack, con uso perfetto di pezzi famosissimi riproposti in chiave tedesca.
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