Espandi menu
cerca
Jojo Rabbit

Regia di Taika Waititi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

laulilla

laulilla

Iscritto dal 21 febbraio 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 103
  • Post 15
  • Recensioni 738
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Jojo Rabbit

di laulilla
6 stelle

Due grandi interpreti per un film amabile, che presenta tuttavia un certo squilibrio narrativo

 

Un insolito film questo, firmato da un regista neozelandese semi-sconosciuto, mahori per discendenza paterna ed ebreo-russo per discendenza materna, che ci ha dato un film spiazzante e persino un po' lezioso (all'inizio può essere irritante) su un argomento duro e difficile quale la fine della seconda guerra mondiale nell'est tedesco, quando il terzo Reich stava perdendo i pezzi, ma i gerarchi nazisti non erano ancora rassegnati alla sconfitta e intensificavano la propaganda reclutando nei ranghi delle truppe persino i bambini, indottrinandoli e fidelizzandoli nel modo più strumentale, convincendoli di essere i più puri rappresentanti della privilegiata razza ariana, che presto avrebbe dominato il pianeta, spazzando via ogni altra impura presenza.
Allettati col dono di piccole armi, giocattoli micidiali, ed esaltati dall'orgogliosa e stolta propaganda filo-nazista, i piccoli venivano esercitati alla guerra, al disprezzo della vita attraverso tecniche ripugnanti, che appellandosi alla crudeltà incosciente propria dei bambini, cercavano di temprarli all'insensibilità di fronte al dolore e alla sofferenza dei più deboli e dei più indifesi.
La prima parte del film si sofferma a lungo su quest'aspetto che forse avrebbe richiesto una maggiore sintesi, aggiungendo, per di più, la presenza dello stesso Hitler, interpretato dal regista in persona, visione fantasiosa, prodotto della mente del piccolo Jojo (Roman Griffin Davis), il protagonista biondo e riccioluto che non ha più visto il padre ufficiale e neppure la sorella ed è rimasto solo con la mamma, Rosie (meravigliosa Scarlett Johansson).
Rosie è una madre amorosa e paziente: sa che l'orribile guerrra che ha distrutto la sua famiglia, privandola del marito e dell'altra figlia adolescente, ha le ore contate e che Jojo è troppo piccolo e ingenuo per capire chi siano davvero i nazisti che lo stanno indottrinando; sa che ha bisogno di lei e del suo ascolto attento ed è pronta ad aspettare che maturi in lui il frutto dell'educazione che gli ha trasmesso, senza prediche o sermoni moraleggianti, ma coll'amore.

 

Gli cela prudentemente, invece, di aver accolto negli scantinati della loro grande casa Elsa (Thomasin McKenzie), piccola ebrea sola e disperata che accudisce e protegge, ben conscia dei rischi per lei, che infatti non avrebbe tardato a pagare molto cara la sua generosità solidale.

Questa parte del film è raccontata molto bene, ed è la più coinvolgente ed emozionante, poiché, senza celare l'efferatezza orrenda dei nazisti ormai allo sbando, offre alla nostra meditazione alcune pagine molto belle, che ci parlano della continuità degli affetti più profondi, anche oltre la morte, del tramandarsi dei gesti dell'amore, i  più semplici e anche i più banali, come quello dell'allacciare le scarpe..., potentissima metafora della persistenza salvifica della memoria che attraversa tutto il film dall'inizio alla fine (come comprenderemo), senza stemperarne la durezza.

 

 

 

 

 

Il film che, per l'eccessivo dilatarsi della prima parte, presenta un certo squilibrio narrativo è sicuramente da vedere e, io credo, da offrire anche alla riflessione dei più giovani, che potrebbero apprezzarlo proprio per la singolarità originale del racconto.

Per l'eccelsa qualità della loro interpretazione sembra quasi certo che il piccolo Roman Griffin Davis  e Scarlett Johansson saranno premiati la notte degli Oscar.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Ultimi commenti

  1. passo8mmridotto
    di passo8mmridotto

    Nonostante lo squilibrio narrativo da te rilevato, il film presenta in alcune parti una certa originalità, difficile da riscontrare in un filone che sembra non finire mai, e pertanto spesso ripetitivo. Per gli Oscar, mi piacerebbe vedere premiata Scarlett Johansson, se lo merita. Per il piccolo Roman, chissà… Grazie Lilli per l' appassionata recensione, sempre superlativa.

    1. laulilla
      di laulilla

      Quasi tutti danno per sicuro l'Oscar alla Johansson, e anch'io penso che lo meriterebbe, dopo questo film e anche dopo l'interpretazione di Storia di un Matrimonio. Il bambino ha la nomination come miglior protagonista maschile. Mi sembra molto, ma le vie all'Oscar sembrano imperscrutabili...

    2. ange88
      di ange88

      Io credo che l’Oscar alla non protagonista verrà dato alla Dern che effettivamente ha dato un’ottima prova in storia di un matrimonio e se lo vincesse non sarebbe un “furto”,anche se anche io preferirei lo vincesse la Johansson che ancor di più ho apprezzato in storia di un matrimonio, ma lì ha contro la Zellweger che è data favoritissima.
      Roman Griffin Davis non è stato nominato agli Oscar, è stato nominato ai Golden Globe.;)
      Bella recensione :)

    3. laulilla
      di laulilla

      La Zellweger effettivamente potrebbe rioceverlo anche per aver fatto rivivere il mito di Judy Garland. Non ho ancora visto il film, ma si parla di una grande prova dell'attrice. Grazie dell'informazione: il bambino non riceverà l'Oscar. D'altra parte ha in mano il Golden Globe, che alla sua età è moltissimo. Grazie del passaggio e del commento. :-))

    4. ange88
      di ange88

      Assolutamente, una nomination ai Globe alla sua età e all’esordio cinematografico è tanta roba,e concordiamo che è anche meritata. Ciao! :)

  2. ezio
    di ezio

    mah,film come questi non so mai come catalogarli e i miei dubbi li ho espressi in calce alla rece di spopola,pubblicata tempo fa,grazie del tuo commento,comunque utile.

    1. laulilla
      di laulilla

      Condivido le perplessità. Non è un brutto film, ma mi sembra un po' sopravvalutato. Certo la narrazione è abbastanza originale e questo può piacere ai ragazzi che non sanno nulla di quegli orrori. Grazie a te!

  3. pippus
    di pippus

    Interessanti osservazioni, prendo quindi nota di quanto scrivi ma, nn avendolo ancora visto, rimando anch'io al commento in calce alla rece di Valerio.
    Ciao Lilli

    1. laulilla
      di laulilla

      Sì, l'avevo letta e ora l'ho commentata io stessa. L'ho visto, perciò, conoscendo le sue obiezioni, che per quanto riguarda l'inizio del film, trovo condivisibili. Il resto mi è sembrato decisamente migliore e mi ha coinvolta e convinta, per la finezza del racconto, che segue il maturare doloroso del bambino e il suo cambiamento. Un film da vedere. Fammi sapere che cosa pensi anche tu. Un caro saluto, Paolo.

  4. (spopola) 1726792
    di (spopola) 1726792

    Non cambierei una virgola a questa tua bella recensione... come sempre profonda e pertinente Sì: dietro alla farsa il film alla fine nella seconda parte si rivela (e questo è il suo lato più positivo) come un percorso di educazione sentimentale che - come ho scritto - non ha però la forza e la capacità del rigetto che avrebbe dovuto provocare nello spettatore verso la malvagità indecente di quel regime infame.

    1. laulilla
      di laulilla

      Non so quanto sia pertinente e, infatti, non l'ho scritto, ma il film nel suo insieme mi ha fatto tornare in mente quello di Pif sulla mafia. I cento passi era ben altra cosa, tuttavia, il film mi era sembrato di una certa utilità per i giovani che non avevano conosciuto quell'orribile stagione delle stragi. Grazie del commento, Valerio, e anche delle belle parole generose che mi dedichi. Ciao

    2. cherubino
      di cherubino

      A me invece, circa l'indottrinamento nazista dei ragazzini, è venuto subito in mente un film (del gennaio 1943, quando Hitler non c'era bisogno di inventarselo) che credo di essere tra i pochissimi ad aver visto e bisogna mi decida a proporvi: I FIGLI DI HITLER. Tratto da un'esperienza diretta di qualche anno prima dal titolo esplicativo "Education for Death".

    3. laulilla
      di laulilla

      Sono molti i film sulla propaganda nazista fra i bambini: non ho visto quello di cui parli (vedrò di ricuperarlo): ho riferito l'associazione mentale chemi ha permesso di collegare due film molto diversi, quanto a contenuto, per il tono da favola che li caratterizza e che può essere utile se si vuole fare conoscere ai giovani l'immane tragedia. Certo, Au revoir les enfants, di Louis Malle, serve sicuramente di più ed è più bello, infinitamente! Grazie di questo commento Franco. Leggerò volentieri quello che scriverai su I figli di Hitler. Un caro saluto.

    4. cherubino
      di cherubino

      Certo Lilli, anch'io ho pensato al film di Pif per lo stesso motivo. I figli di Hitler NON PUÒ essere "bello", essendo un film di propaganda antinazista fatto durante la guerra, ma proprio per questo mi sembra abbia un valore "storico" ed è interessante confrontarlo con i film fatti "a posteriori".
      Eccotelo, su RaiPlay, coi sottotitoli italiani:
      https://www.raiplay.it/video/2016/07/I-figli-di-Hitler-lingua-originale-c3ff1367-7261-47d0-8722-fe027d5cd517.html
      Ciao Lilli.

    5. laulilla
      di laulilla

      Grazie, Franco; mi interessa e lo vedrò sicuramente. Un saluto.

  5. pippus
    di pippus

    Visto ieri e non siamo ( eravamo in tre) rimasti delusi, tutt'altro. Pur condividendo alcune delle perplessità da te espresse, abbiamo optato per una stelletta in più ( troppo sensibili all'innamoramento senza speranza del protagonista, oltre che alla sua "redenzione" intellettuale:-))
    Ciao Lilli

    1. laulilla
      di laulilla

      Il finale è bellissimo, ma l'inizio...Ciao Paolo.

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati