Regia di Arthur Ripley vedi scheda film
un film strano questo "contrabbandiere". strano per come è malfatto e raffazzonato nonostante un granitico e sovrappeso mitchum ci si metta tutto per farlo funzionare. la realizzazione e la recitazione generale attorno al divo in lievitazione etilica è in alcuni momenti talmente oratoriale, da fare quasi tenerezza. ovviamente il soggetto è interessante, tanto più che il divo è un reduce della guerra e viene considerato dagli altri commercianti della contea uno sbruffone che non ha niente da perdere. a lui vengono anche addossate le colpe per le morti di due ragazzi che facevano le corse anche se oltre agli incidenti sul mestiere ci si mette un boss di chicago che vuole allungare i propri tentacoli su tutto l'alcol che viene prodotto. la storia è del divo pare codiretta, col mestierante ripley che di suo ci mette poco o niente se non forse un pò di confusione. confusione che mitchum gestisce con la convinzione del ruolo nonostante fondali tristemente e palesemente finti(vedi quando sono al mulino con roxy, pareva doversi aspettare bambi saltellare da un momento all'altro)e siparietti musicali non del tutto convinti e convincenti con keely smith che assomiglia tantissimo alla maud belleroche di top sensation con la fenech giovane, con una voce bella e calda. il bel titolo italiano dava la prospettiva di un bel noir con quella faccia da schiaffi di mitchum che quando si vede in trappola ferma il bolide ed estrae la sigaretta dalla giacchetta accendendosela, mentre il titolo originale sembra più propenso per un b-movie su quattro ruote. alla fine è una tre-quarti-delusione dove il grande divo è troppo solo e lasciato allo sbando per riuscire a sopportare il peso di questo barcone che affonda già ancora prima del varo.
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