Regia di Michael Mann vedi scheda film
Un noir urbano notturno e serrato incentrato su una trama tanto lineare quanto implacabile, ove Mann dimostra alla seconda prova una padronanza già eccezionale delle tecniche e dei mezzi cinematografici, mantenendo in perfetto equilibrio due filoni narrativi da far confliggere nel deflagrante finale.
Folgorante secondo lungometraggio del grande regista Michael Mann, qui anche sceneggiatore e produttore, Thief è un noir serrato incentrato su una trama tanto lineare quanto implacabile che non perde neppure un secondo di tempo in quisquilie, saltando passaggi eliminabili senza mai farci perdere contezza dello sviluppo della trama, (“Per me la semplicità di Strade Violente è come un ritmo terzinato, è semplice ma efficace, non c’è nulla che non serva” ha dichiarato l'autore).
La storia intreccia la preparazione della rapina su commissione di un gangster che permetterà all'indurito ladro di diamanti Frank (James Caan) di ritirarsi finalmente dal mondo del crimine con la costruzione del suo progetto di vita, un sogno di esistenza tranquilla e borghese con la cassiera Jessie (Tuesday Weld) ed un figlio da far crescere in una bella casa circondata da un grande giardino.
Dal punto di vista della costruzione narrativa, il film si basa sullo splendido equilibrio che Mann mantiene tra i due filoni paralleli, la preparazione dell'impresa criminale e la costruzione del nido familiare, che farà da detonatore quando nella parte finale i due progetti confliggeranno con esiti devastanti.
Mann dimostra alla seconda prova una padronanza eccezionale delle tecniche e dei mezzi cinematografici: la precisione del montaggio serratissimo, la scelta sempre originale ed efficace dei punti di vista e delle inquadrature (la sparatoria finale!), alcuni sapienti long take (elegantissimo quello in cui Frank frega la polizia caricando su un bus la trasmittente che dovrebbe indicare la posizione della sua auto).
L'atmosfera neo-noir è esaltata dal commento musicale, dalle sonorità elettroniche e metalliche, dei Tangerine Dream, e dalla fotografia, che restituisce un'estetica notturna opprimente delle strade di Chicago perennemente bagnate dalla pioggia ed illuminate dalle insegne al neon, antesignana della Los Angeles notturna di Drive di Nicolas Winding Refn e di Collateral dello stesso Mann (“Volevo che il film desse di Frank l’idea di un topo intrappolato in un labirinto, ho usato la fotografia per far sembrare Chicago una serie di tunnel opprimenti. Di notte le ombre e il cielo nero formano un coperchio, e le strade bagnate dalla pioggia sono come degli specchi che moltiplicano questi tunnel aumentando lo spaesamento” ),
Notevoli e realistiche le scene delle forzatura delle casseforti, realizzate con veri strumenti di scasso realmente utilizzati da celebri ladri, che vennero ingaggiati come consulenti sul set.
James Caan brilla nella solida interpretazione di un ladro professionista, un solitario indurito dalla frequentazione del mondo del crimine e dall'esperienza del carcere, dove per sopravvivere ha dovuto raggiungere uno stato mentale di disinteresse verso la propria stessa sopravvivenza. Ciononostante è un uomo ancora capace di coltivare rapporti umani, come l'affetto per Okla (Willie Nelson), figura paterna di vecchio rapinatore che gli ha insegnato i trucchi del mestiere e che non può sopportare di veder morire in galera, ed attaccato ad una speranza di un futuro di serenità con Jessie, da raggiungere attraverso il grande colpo definitivo, nell'illusione che sarà l'ultimo.
L'umanità anche fragile di Frank dietro la scorza apparentemente inscalfibile si rivela nella magnifica scena del diner, superbamente scritta quanto interpretata, dove il rapinatore racconta con sincerità a Jessie il suo passato carcerario ed il presente criminale e tuttavia le propone di condividere la vita con lui.
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