Regia di Maxwell Shane vedi scheda film
Esiste un incubo peggiore del proprio peggiore incubo che diventa realtà? Probabilmente no, almeno a giudicare da questo gioiellino del noir anni ’50, firmato da un regista trascurabile, ma tratto da uno scrittore di provata grandezza, che in originale, appunto, si intitola semplicemente così, “Incubo”. Storia inquietante, gestita benissimo, così che mai per un momento se ne avverte il gusto del datato o del risibile, il film ha anche vari pregi formali, a cominciare dall’economia narrativa che architetta perfettamente tempi e luoghi, senza pause o divagazioni. E non è tutto, a far restare il film nella memoria dello spettatore, c’è senza dubbio la grande performance di Kevin McCarthy, che lo stesso anno dell’”Invasione degli ultracorpi” offre una nuova incisiva caratterizzazione dell’americano medio precipitato nell’abisso della negazione della propria identità. Da riscoprire.
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