Regia di Maxwell Shane vedi scheda film
Piccolo grande film. Non è che sia un capolavoro in senso assoluto, ma è un film a cui non manca niente, e preso di per sé è ottimo. Da subito veniamo avvolti in una nebbia di mistero, di incubo, e di angoscia. Già il punto di partenza è molto interessante: il protagonista si sveglia dopo un tremendo incubo in cui compiva l'omicidio di uno sconosciuto, ma si trova addosso veri segni di una colluttazione, e pure una misteriosa chiave... La soluzione del giallo non è affatto a portata di mano, e lo spettatore vive l'angoscia del protagonista, che cerca di venire a capo del mistero, col tremendo sospetto di essere un omicida inconsapevole.
La regia è serrata e senza smagliature (forse una grinza è una cantatina al night club, ma è un'inezia), e offre diverse interessanti soluzioni. Una di queste è l'inquadratura di un tormentato Kevin Mc Carthy (a cui riescivano bene queste parti) dal basso, con sul soffitto attorno alla testa l'ombra del ventilatore, come a significare il mulinare ansioso dei suoi pensieri. Poi una nota di merito è il niente affatto rassicurante stanzino degli specchi, dove si compie il convulso fatto di sangue. E infine tanto di cappello per l'inquadratura della scala nella casa di campagna. Bisogna saperci fare, con le luci, l'arredamento e l'angolatura, per far apparire una semplice rampa di scale sinistra e infida, quasi da incutere paura. Infatti la riuscita veduta viene ripetuta più di una volta nell'ambito della sequenza.
Edward G. Robinson è bravo come al solito, e riveste il ruolo dell'investigatore dal buon fiuto, come in La Fiamma del Peccato. Brave anche le attrici, specie la sorella del protagonista e la ragazza incontrata nel night club, che ha una breve ma bella particina.
Confesso che in certi passi ho avuto più di qualche brivido di paura, quella provocata dall'ambiente scuro e minaccioso, e dal pericolo che incombe. Non è affatto facile per un regista creare questi effetti. Il titolo italiano, comunque, smorza molto il clima di angoscia che vive il protagonista.
Benché un po' diverso, penso che possa appartenere alla categoria noir, anche per l'immancabile pioggia di notte. Inutile dire che è un peccato che sia finito nel dimenticatoio, assieme a tanti altri. Da paragonare con "Gardenia Blu" di Friz Lang.
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