Regia di Billy Wilder vedi scheda film
L'appartamento è la gabbia dei condizionamenti sociali: i dettami dell'apparenza ed il principio del do ut des formano un circolo vizioso, in cui i ruoli di succube e di dominatore finiscono per stringersi la mano. E' questo un gioco diabolico, in cui il povero C.C. Baxter non sa più cosa convenga essere o fingere di essere, né che cosa stia dando o stia ricevendo. Similmente, la sfortunata Fran non sa chi ami e da chi sia amata, in una situazione di subalternità in cui il sotterfugio le porge sempre e solo la faccia in ombra della realtà. Se a lui è negata la libertà di disporre della propria intimità, a lei è negato il diritto di essere messa a parte della verità: c'è un potere superiore che invade le loro vite con l'unico scopo di sfruttarle per il proprio esclusivo e superficiale piacere, calpestando impunemente la loro dignità ed i loro sentimenti. In entrambi i casi il sopruso è perpetrato con le armi, subdolamente persuasive, della promessa e del ricatto. Per fortuna, a movimentare la vicenda, alleviandone la durezza ed evitandone la discesa verticale verso la tragedia, interviene una buona dose di goffaggine e vulnerabilità, distribuita in egual misura su tutti e due i versanti della singolare schermaglia. In questa commedia l'ironia di Billy Wilder si scatena contro le debolezze del cosiddetto uomo medio, che stigmatizza con sensibilità quasi femminile, mentre vi indirizza, comunque, uno sguardo ammiccante di divertita partecipazione.
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