Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Il miglior Wilder di sempre, il miglior Lemmon di sempre, forse anche la migliore MacLaine di sempre. Con toni agrodolci, il film mina alle fondamenta quelli che dovrebbero essere i pilastri di un’ordinaria esistenza borghese: la famiglia, il lavoro, la casa. C. C. Baxter non si è fatto una famiglia (ne ha solo un patetico surrogato, una vecchia fiamma che gli manda una torta ogni Natale); la sua carriera non dipende dalle capacità lavorative ma dall’accondiscendenza verso i superiori; soprattutto, non è padrone della sua casa, che è territorio di scorrerie per i suddetti superiori. Nel grande ufficio dagli spazi anonimi esercitare il potere significa indurre i dipendenti a una delle varie forme di prostituzione praticabili (la ragazza dell’ascensore tenta il suicidio dopo che il capo e amante, non avendo avuto tempo di comprarle un regalo, le dà direttamente i soldi). Alla fine Baxter lascia perdere i vagheggiati status symbols (il cilindro, la chiave della toilette dei dirigenti...) e decide di seguire il consiglio del suo vicino di casa medico: diventare un Mensch, un essere umano.
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