Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Nella brulicante New York, nell'altrettanto brulicante compagnia assicurativa dove lavora il solerte C.C Baxter (detto da alcuni suoi superiori "ciccibello"), praticamente tutti sembrano avere delle storie extraconiugali. La tragedia per il protagonista risiede nel suo piccolo appartamento, che diviene l'alcova perfetta per gli incontri dei dirigenti della sua compagnia con amanti e amiche intime. Le conseguenze per C.C. sono tragicomiche: incombenti richieste per rifornire la sua dispensa di alcolici e di stuzzichini adatti agli incontri, gaffes con i vicini di casa che lo credono un imperterrito Dongiovanni e infine nottate passate all'addiaccio per i più assurdi disguiti, con la chiave dell'appartamento che gira tra i vari uffici degli "interessati". Tuttavia il peggio deve ancora arrivare (o forse il meglio): i suoi favori ai direttori della compagnia lo spingono verso una carica da executive. Ma la spinta maggiore arriva dal viscido Jeff Shaldrake, potente capo del personale che permette a C.C. un'effettiva promozione...anch’essa in cambio della famosa chiave dell'appartamento, per il quale avrà un diritto di prelazione persino sugli altri manager. Tuttavia C.C. scopre che l'amante di Shaldrake è l'affascinante e allegra Mrs. Kubelik, addetta agli ascensori, per la quale C.C. prova una certa attrazione. C.C. si troverà a condividere il suo appartamento proprio con Mrs. Kubelik dopo che questa ha tentato il suicidio a seguito dell’ennesima promessa non mantenuta da parte di Shaldrake. La convivenza fa conoscere ad entrambi dei lati del carattere che ignoravano: certe fragilità, certe esperienze e una sostanziale purezza o bontà d'animo, ma anche espone il cinismo dei colleghi e superiori di C.C., che non esitano a metterlo in difficoltà dopo essersi visti negare l'appartamento, così come emerge ancor più il carattere egoista di Shaldrake che non nutre nessun sentimento di pietà o di senso di colpa verso la ragazza che aveva illuso e che anzi, grazie ad una segretaria, scopriamo aver adescato e poi abbandonato molte altre colleghe d'ufficio. Al contempo, questo fa emergere in C.C. una maggior stima di sè, e lo allontana dalla sua propensione al compromesso, tanto da farsi licenziare piuttosto che concedere nuovamente la sua casa per gli incontri con tra Shaldrake o chiunque altro. Un’ennesima commedia brillante firmata da uno dei più grandi registi di Hollywood: splendidamente fotografato in bianco e nero il film innesca un meccanismo estremamente appassionante. Il povero “ciccibello” vessato dai superiori, ma speranzoso di poter ambire ad una promozione, dislocato in un gigantesco ufficio con scrivanie tutte identiche sembra quasi un archetipo fantozziano. Particolarmente detestabile la caratterizzazione dei direttori, infantili, infidi ed egoisti; ma è anche curiosa la rappresentazione diciamo della media borghesia: durante la festa di natale in ufficio sembrano scoppiare le pulsioni di tutti, tra spogliarelli e coppie che si imboscano negli uffici. Proprio per questo C.C. sembra ancor più un pesce fuor d’acqua. L’interpretazione di Jack Lemmon è di tanto in tanto sopra le righe, tra qualche tremolio di troppo e qualche mossa che sembrano anticipare le caratteristiche del suo Felix de La strana coppia; se Shirley McLaine riesce anche in questo caso a rendere simpatico e malinconico il suo personaggio, Fred MacMurray riesce a riempire la scena con una figura viscida e melliflua.
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