Regia di Elio Petri vedi scheda film
Mi sembra che il film abbia due registri, uno politico e uno psicologico/privato. Quello politico e' piu' immediato: dimostrare la forza del potere in se e per se', rappresentata benissimo dalla arroganza di Volonte', dal suo accento sgradevolissimo, dal volume altissimo dei suoi commenti, dal suo pontificare, dalla sua espressione caricaturale, da come tratta i suoi collaboratori e perfino dal fastidio che ha rispetto alla loro adulazione.
Schiena dritta, molto virile, forse troppo. E qui entra l'aspetto psicologico, un eccesso di virilita', un eccesso di sicurezza che nasconde la totale ipocrisia (e' un leccaculo coi potenti) e probabilmente l'"incompetenza sessuale", il suo essere bambino ("sei un bambino, un bambino, un bambino...." gli dice Florinda). Il suo contraltare e' il giovane. Lui e' informale, giovane, anarchico, probabilmente molto piu' sicuro e piu' "competente sessualmente". Il giovane rimane silenzioso in tutto il film. E' l'ossessione di Volonte', oggetto di invidia totale, lo scalza con l'amante. Il loro confronto e' illuminante. Il giovane Pace dichiara a voce alta chi e', senza un filo di paura per il potere, sovrasta Volonte', che esce dal confronto, scarmigliato, a pezzi. Insomma privato e pubblico si fondono in un personaggio forte ma anche insucuro, perverso, intelligente, un po' sadico, ipocrita, arrogante, virile.
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