Regia di Elio Petri vedi scheda film
Questo film è, anzitutto, un giallo dall'eccellente architettura, in cui la tensione e il mistero sono personificati, incarnati dalla figura del protagonista. È lui, in carne ed ossa, la verità, la soluzione, che troneggia sulla storia, e che è costantemente dietro l'angolo, in agguato, con un beffardo ghigno di superiorità, e tutto fa fuorché nascondersi. Al di là di ciò, il personaggio interpretato da Gian Maria Volonté è la dimostrazione vivente che, in una democrazia deviata, è il potere a fare la giustizia, e che è la giustizia, a sua volta, a consolidare e perpetuare il potere. Un circolo vizioso che taglia in due la società, lasciando, da una parte, arrogante ed intoccabile, l'autorità costituita e dall'altra, nel ruolo di sorvegliato speciale, ed indifeso, il popolo degli studenti contestatori e degli operai scioperanti. Questo film ci presenta il potere come un "giocattolo", che solletica la vanità maschile, ed è talmente docile e versatile da indurre all'abuso, causando ebbrezza, dipendenza e infine delirio, in un crescendo perverso e disumano. Una gelida macchinazione che si trasforma, progressivamente, in una girandola rabbiosa, trovando un superlativo sbocco nel finale, allucinato e (falsamente) liberatorio. Un film eccezionale.
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