Regia di Elio Petri vedi scheda film
“Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri è un tipico film italiano realizzato a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Scritto e diretto nel periodo del ’68, quando la politica era particolarmente attiva e quando il cinema italiano, nel traumatico passaggio dalla commedia anni ’60 al pecoreccio degli ‘80, il film poggia le sue basi su uno sperimentalismo tipico dell’insoddisfazione creativa. Petri aggiunge una matrice onirica (quasi paragonabile ad un’anacronistica ventata di surrealismo postumo) ad una storia tipicamente politica, totem del realismo puro. Il capo della sezione omicidi della polizia (un inarrivabile Gian Maria Volontè) assassina una donna (una raggiante Florinda Bolkan). La storia va avanti a salti, alternandosi tra le indagini, che porteranno inevitabilmente alla sua incriminazione, e i flashback che al contempo chiariscono i retroscena del delitto.
Una storia fitta e oscura, tipicamente italiana, che ha risvolti socio-politico-psicologici di alta levatura: Petri, assieme al co-sceneggiatore Ugo Pirro, cercano pirandellianamente di scavare l’animo umano calandolo in una dimensione sociologica radicalmente polit(icizzat)a. È un (penoso?) affresco dell’Italia degli anni ’70, buio e polveroso come pochi altri periodi, in cui il singolo si oppone alla massa, ma viene sconfitto da essa. Le metafore si sprecano, i momenti di riflessione pure. In una città volutamente criptica (non c’è una cadenza di dialetto, né un’inquadratura rivelatrice), Petri e Pirro ricamano un dramma asettico con finale aperto e motivi di riflessione a iosa.
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