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Non ci resta che il crimine

Regia di Massimiliano Bruno vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Non ci resta che il crimine

di axe
6 stelle

Moreno, Giuseppe e Sebastiano, tre persone di mezza età, amici d'infanzia, in difficoltà economiche e sociali, alla ricerca di un modo per fare soldi, progettano un tour nei luoghi di Roma collegati alle attività della Banda della Magliana. Il loro primo cliente è Gianfranco, un altro amico d'infanzia, il quale, differentemente da loro, ha avuto successo, ed irride i tre. Dopo essere entrati in un bar, utilizzato in passato dalla Banda, per allontanarsi dal conoscente molesto, attraversano uno scantinato, il quale, inspiegabilmente, fa da "portale" verso il passato. Trovandosi nell'estate del 1982, quando l'Italia vinceva i mondiali e le attività della Banda della Magliana procedevano spedite, i tre decidono di sfruttare la loro conoscenza degli eventi futuri per arricchirsi. A porre i bastoni fra le ruote, è il destino, sotto forma dell'incontro con una disinibita spogliarellista dall'animo gentile, la quale è anche l'amante di "Renatino", il boss del gruppo criminale. Le successive azioni dei tre, andando ad influire sui fatti degli anni '80, rischiano di cambiare la storia, cosa che in un certo qual modo sembra avvenire; incidentalmente, però, essi riescono a risolvere i loro problemi. Il regista trae spunto da "topoi" di cui s'è fatto uso ed abuso, ma si dimostra in grado di miscelarli sapientemente per creare una commedia divertente, con elementi fantastici e di gangster movie. I protagonisti sono persone di mezza età che cercano di tirare avanti come possono, districandosi tra richieste di denaro che non hanno, mancanza di autostima, crisi sentimentali; l'elemento fantastico è rappresentato dagli spostamenti nel tempo, con i loro inevitabili paradossi, e l'adattarsi dei personaggi alla vita in un, seppur recente, passato. Infine, si raccontano alcune vicende tipiche del genere poliziesco, come rielaborato da "Romanzo Criminale" e seguiti. Il regista sfrutta l'interesse sorto attorno alla storia della criminalità organizzata romana degli anni '70 e '80. L'intreccio della trama è interessante, sebbene vi siano punti oscuri ed incongruenze, particolarmente evidenti nella conclusione. Ci si chiede come sia stato possibile il viaggio nel tempo, e come sia cambiata la Storia, con un Renatino che non vive più nella sua epoca; tuttavia, non potevamo aspettarci molto sotto questo aspetto. Non è un film di fantascienza, è una commedia, e, in quanto tale, riesce nello scopo di intrattenere, anche grazie al nutrito cast. Tra gli attori ho apprezzato Edoardo Leo, nei panni di Renatino, i quali cattiveria e cinismo sono stemperati da occasionali atteggiamenti da "fregnone"; Ilenia Pastorelli quale Sabrina, giovane spogliarellista, dal carattere dolce, e disillusa sulla natura umana; Marco Giallini, necessariamente a guida del gruppo grazie alle sue conoscenze; infine, Emanuel Bevilacqua, con realistici atteggiamenti da vero "cattivo". Il regista ha cercato di ricostruire gli anni '80 come poteva; costumi, arredamenti, veicoli ed oggetti sono realistici, ma permane un senso di "posticcio", forse a causa di un uso del colore troppo intenso. Mi sarei aspettato quelle leggere sbiaditure che contraddistinguono oggi molte pellicole dell'epoca. Anche i dialoghi hanno qualche carenza; si susseguono battute poco convincenti, che sembrano messe lì solo per tirare qualche risata allo spettatore; fenomeno, questo, che si riscontra solo nella parte iniziale. Particolarmente divertenti le sequenze della rapina in banca e dell'arrivo di Renatino a casa di Sabrina. Una commedia simpatica, realizzata con intelligenza e sorretta dalla presenza di un buon cast.

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