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Il Corriere - The Mule

Regia di Clint Eastwood vedi scheda film

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La recensione su Il Corriere - The Mule

di Mulligan71
7 stelle

Si perdono le parole davanti a un uomo come Clint Eastwood, americano vero, profondo, a volte discutibile, ma ancora lucidissimo a novant'anni, sia come "cacciatore" di storie da raccontare sul grande schermo, sia da regista e sia, come in questo caso, come attore. Pare davvero, anche nei suoi pistolotti morali, la vera anima dell'America, quella che forse si è perduta. "The Mule" è un altro tassello, molto buono, dell'epopea registica di Clint, che ha ormai superato, in bontà, quella attoriale. E' come se il Kowalski di "Gran Torino" fosse diventato l'Earl Stone di "The Mule", conservando quel suo razzismo latente, ma con uno sguardo più dolce e pacato sulla vita. La storia, comunque interessante, è quella di un anziano, che ha trascurato la famiglia per buona parte della sua vita e che improvvisamente decide di fare qualcosa per riscattarsi, tornando sulla strada, dove ha sempre passato i suoi anni, e diventando un corriere della droga per i cartelli messicani. Ne nasce un film gioviale, di serena senilità, dove il contorno, comunque importante, di narcos e agenti della DEA, fa quasi da sfondo all'imponenza di un Eastwood sempre in parte, in grande forma. "The Mule" non è un "narco" film, un film d'azione, un thriller, ma un film sul riscatto di un uomo, che pur scegliendo una strada sbagliata (emblematica la sua dichiarazione finale), fa di tutto per recuperare quello che per lui è l'unica cosa che conta: la sua famiglia. Il film quindi è un'altra lezione morale di Eastwood, che ce la racconta con un po' di azione in più, una leggera suspence e un'ottima regia, mai sopra le righe, sempre puntuale, bella, classica. Belle le scelte delle musiche, come sempre un punto di forza dei suoi film. Solo il finale, un po' stiracchiato e lacrimevole, come gli succede ogni tanto, fa traballare "The Mule", ma glielo si perdona volentieri. Kowalski/Earl rimangono nel cuore, come lo rimarrà, a tempo debito, Clint Eastwood. 

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