Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Un'altra piccola grande opera del maestro Clint Eastwood.
Clint Eastwood non delude mai, è impossibile. A quasi novant'anni, torna sullo schermo come regista e come attore e dà vita a un gioiellino drammatico che, seppur non al livello dei suoi capolavori, è assolutamente apprezzabile. C'è una certa tendenza ad assecondare i miti più abusati della cinematografia americana (su tutti, l'amore per famiglia da mettere al primo posto) ma Clint ha una narrazione così poetica e delicata da farci scordare ogni possibile difetto. La sua regia è carezzevole, la sua interpretazione è straordinariamente umana e credibile e genera un'empatia solidissima con lo spettatore, gli attori secondari funzionano benissimo e non manca qualche sequenza ricca di pathos e di tensione.
Per quanto il contesto in cui il film è ambientato sia negativo, Clint sembra volerci mostrare che anche gli uomini 'peggiori' possono avere un'anima e sono spesso vittime di circostanze più grandi di loro. E come il magnifico finale ci mostra, anche in un carcere possono sbocciare dei fiori.
E' un'altra piccola grande opera del maestro Clint Eastwood.
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