Regia di William Wyler vedi scheda film
William Wyler è stato definito da Andre' Bazin "il giansenista della messa in scena", con riferimento al rigore e alla precisione del suo linguaggio registico; negli anni Quaranta era sicuramente uno dei registi americani più apprezzati in attività. 'L'ereditiera" è tratto dalla versione teatrale del romanzo "Washington Square" di Henry James ed è un film di impronta teatrale come già lo erano stati "Ombre malesi" e "Piccole volpi" con Bette Davis, ma nei film di Wyler la teatralità non è quasi mai un limite perché il regista sa aggirarla grazie ad espedienti cinematografici come l'utilizzo della profondità di campo e grazie all'intelligenza nel gestire il ritmo e il decoupage con la scelta delle inquadrature. Come conseguenza, anche in un film di questo stampo c'è molto da ammirare a livello visivo, e non è solo un veicolo per gli attori come vorrebbe qualche critico come Mereghetti. Straordinaria la prestazione attoriale di Olivia De Havilland che fu premiata con un meritato Oscar, ma nel cast si distingue anche un bravissimo Montgomery Clift nella parte del giovane arrampicatore sociale, con una recitazione in linea coi dettami dell'Actor's studio, ancora di grande efficacia e modernità. È un film che prosegue lo studio della società americana tipico dell'opera di Wyler confrontandosi con uno dei massimi scrittori dell'Ottocento, con personaggi tutti vividamente descritti, che rispetta il pessimismo della fonte letteraria. Meritati gli altri Oscar per la scenografia, i costumi e la colonna sonora.
Voto 9/10
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