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Il campione

Regia di Leonardo D'Agostini vedi scheda film

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La recensione su Il campione

di silviodifede
7 stelle

Apprezzabile favoletta formativa, in cui non c'è nulla di realmente originale, ma è ottimo il voler raccontare una storia senza strafare. Il film è interessante dall'inizio alla fine e funziona il gioco a due tra Carpenzano e Accorsi.

Chi si aspetta da un film come "Il campione" una storia dallo sviluppo originale e imprevedibile può benissimo lasciar perdere in partenza.

Chi invece si aspetta di vedere un film ben fatto, piacevole e capace di creare interesse allo spettatore invece troverà pane per i propri denti.

Ogni tanto fa piacere vedere un film italiano più curato del solito, evitando certi pressappochismi fastidiosi, pur dovendo incorrere in qualche luogo comune (il calciatore con la vita sregolata, col padre a spolparlo e l'immancabile macchinone, con il protagonista che in questo caso più che un Balotelli appare essere un Cassano con però qualcuno che riesce a metterlo in riga a livello intellettivo).

Il film allora funziona, proponendo quella che tutto sommato è una favoletta formativa, evitando esagerazioni e forzature gratuite: quando non si ha l'ispirazione per proporre qualcosa di originale, allora è più serio evitare certi voli pindarici, limitarsi a raccontare la storia senza andare a prendere in giro lo spettatore. E in questo il film di Leonardo D'Agostini va apprezzato, anche per aver usato lo sport e il calcio in particolare come un mezzo per tratteggiare il carattere del protagonista, senza scadere nel puro film sportivo (pur essendoci delle scene "di campo", con anche le presenze canoniche d'obbligo di telecronisti e giornalisti reali: in questo si appura un inevitabile retrogusto farlocco, con Caressa che non evita di piazzare le solite trite e banali catchphrase e il duo Trevisani-Adani che appare supponente e insopportabile come nella realtà. Mentre risulta piuttosto improbabile che Tuttosport dedichi l'intera prima pagina a un giocatore della Roma: o perlomeno che lo faccia senza piazzare un "La Juve su Ferro"!).

 

Funziona bene il gioco a due tra i protagonisti, con Andrea Carpenzano da apprezzare per un'interpretazione che senza strafare riesce però a rendere non banale la caratterizzazione del calciatore, risultando anche discretamente credibile nei suoi atteggiamenti.

Per quanto riguarda Stefano Accorsi, non lo si vede far altro che... l'Accorsi: il che non è un male, visto che il film porta a confermare ulteriormente la bravura dell'attore bolognese, divenuto con gli anni ormai una garanzia per quanto riguarda un certo tipo di ruolo da portare sullo schermo.

 

Il film evita accelerazioni e picchi particolari (anche se non manca qualche scena godibile: molto divertente quella di Accorsi alla guida della Lamborghini), mostrando anche qui una volontà di raccontare una storia senza andare a strafare in maniera forzata, portando a un centinaio di minuti in cui l'interesse resta costante. Può non essere un capolavoro, ma probabilmente non mirava nemmeno a esserlo. Però è un film decisamente interessante che si fa apprezzare, soprattutto pensando alla media del grigio panorama cinematografico italiano.

 

Voto: 7+

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