Regia di Leonardo D'Agostini vedi scheda film
Sceneggiatura un po' scontata per una commedia sul mondo del calcio che, tutto sommato, si lascia guardare. A fungere da palese ispirazione sono personaggi come Cassano e Balotelli, sintetizzati nella figura di un giovane campione, orfano di madre, esploso troppo presto per non perdere la testa. Prodezze e sregolatezze si susseguono all'ordine del giorno e inducono il presidente della Roma, squadra in cui è tesserato il giovane, a ingaggiare un professore per tranquillizzarlo e indurlo a conseguire la maturità. E' chiaro che non è lo spirito di solidarietà a motivare il presidente, ma la necessità di curare un proprio interesse. Ecco che si vede come i rapporti umani nel calcio si misurano in soldi. E' tutto un business, un modo di vivere lontano anni luce dalle comuni esistenze e che, ben difficilmente, è costruttivo per l'età adulta che conseguirà al termine della carriera agonistica.
La pellicola punta tutto sulle caratterizzazioni, piuttosto che sull'intreccio (alquanto evanescente), e sull'evoluzione dei protagonisti. Lo sregolato Ferro e il decadente professore interpretato da Accorsi riescono a completarsi a vicenda e a tirarsi fuori dalla deriva esistenziale che, a diverso titolo e per diversa ragione, li coinvolge.
Bene la caratterizzazione del giovane calciatore che appare solo, pur se circondato da centinaia di presunti amici (sono sfruttatori e parassiti) in una reggia costellata di auto di lusso e confort che non gli conferiscono, tuttavia, l'amore e il calore che cerca.
Interpretazioni sufficienti. Accorsi è imbrigliato in un personaggio che gli offre pochi sprazzi per spiccare. Se la cavano bene Andrea Carpenzano e la debuttante Ludovica Martino. Fotografia sufficiente.
Nel complesso senza infamia e senza lode.
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