Regia di Richard A. Colla vedi scheda film
Al netto di una incongruenza di trama troppo grossa per non essere notata(non mi ricordo se era così anche nel romanzo originale di Ed McBain, qui anche sceneggiatore con il suo vero nome Evan Hunter, "Allarme: arriva la Madama"[Fuzz]), e cioè che non ci sia nessuno tra tutti gli agenti(James McEachin, Stewart Moss, Bert Remsen, ecc.)dello scalcagnatissimo 87° distretto della polizia di Boston, a far fare un identikit o una ricerca tra le foto dei pregiudicati, ai vari testimoni oculari che hanno quindi visto in faccia il "tipo calvo con l'apparecchio acustico'', ovvero il famoso Sordo personaggio ricorrente di McBain, compresi i due bambini utilizzati come innocenti messaggeri dallo stesso in cambio di 5$, dei due messaggi contenenti le richieste degli estorsori.
A parte questa premessa, rimane un bel poliziesco dissacratore, umoristico e sardonico di ogni convenzione e istituzione non solo del genere e in questo tipicamente settantiano, in cui le indagini vengono concluse solo grazie ad una immensa(e anche assai improbabile ma realizzata benissimo) botta di culo finale, sia il "piccolo" caso dei rapinatori dei negozi di liquori, che quello "grosso" della citata superbanda di ricattatori agli ordini di un criminale che si sente troppo geniale e intoccabile come i cattivi della Spectre, Yul Brynner, dell'autorità comunale cittadina, che della stessa Banda(Peter Bonerz, Cal Bellini, Don Gordon, Tamara Dobson esordiente, Charles Tyner pasticcione ecc.)che si considera troppo superiore e onnipotente, Senza pensare di dover fare i conti con il caso e la generalizzata giungla di follia, decadimento e violenza gratuita, in cui pareva colare a picco all'epoca(ma oggi è di nuovo peggio), anche una grande città americana dalle lunghe e solide tradizioni culturali, come Boston.
Un po' sacrificato forse dal montaggio finale il personaggio della poliziotta Raquel Welch, comunque ottima presenza in questo tipo di film "corali" e che si affidano anche su una buona "fisicità" atletica oltre che estetica, come sempre con lei "Codice 3: Emergenza assoluta"(Mother, Jugs and Speed)(1976), Peter Yates, e bel ruolo umano per Burt Reynolds nemmeno vero protagonista sopra agli altri, il poliziotto con moglie sordomuta e figli, specializzato assieme al partner Jack Weston nei più improbabili e assurdi travestimenti e tipi di appostamento.
Regia del grande professionista di lungo corso televisivo Richard A. Colla, che non ha nulla da invidiare a quella di colleghi cinematograficamente ben più famosi come Aldrich o Petrie, alle prese con personaggi e approcci similmente demolitori delle istituzioni, con un comune tocco tra il grottesco e il satirico-drammatico, e dagli accenti nonostante tutto di verismo urbano(i due giovinastri buoni a nulla e annoiati, che nelle gelide notti bostoniane cercano barboni e ubriachi a cui dare fuoco con la benzina mietendo diverse povere vittime bruciate, che poi si ritroveranno anche loro cruciali, nel finale).
Dan Frazer fa il capitano del distretto prima di essere il Cap. Frank[klyn]J. McNeil in "Kojak".
Ultimo film prima dell'infarto a Cannes, di Steve Inhat.
Gran sequenza d'azione nella notte, quella dell'esplosione della scortata Cadillac Fleetwood Limo del vanesio e fellone vicesindaco, pure con la moglie, che cadendo poi persino dal cavalcavia, coinvolge in uno scontro la macchina in arrivo di un ragazzo e una ragazza, che esplode assieme.
Un tocco di nero crudo poliziesco metropolitano, dovuto alla pagina di McBain.
John Nada
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