Regia di Theo Anghelopoulos vedi scheda film
Intersecando diversi piani narrativi - mai separati, e sempre pronti a confondersi tra loro -, Theo Angelopoulos realizza un grandioso affresco storico del suo paese, utilizzando come fil rouge una compagnia itinerante, nella quale far rivivere il mito greco degli Atridi. Il film, pur effettuando salti temporali, ellissi, digressioni improvvise, è sostanzialmente il racconto (metaforicizzato) della storia politica greca, tra il 1939 e il 1952. Attraverso i piani-sequenza de-drammatizzanti di Angelopoulos, assistiamo alla successione delle dittature greche da quella di Metaxas, nel '36, a quella di Papagos, nel '52. A scandire il passaggio tra le due dittature, il regista ripercorre alcune tappe fondamentali della storia greca: l'intervento italiano e britannico, l'occupazione nazista, la lotta partigiana. La compagnia itinerante protagonista del film mette in scena il dramma «Golfo, la pastorella» di Spiridon Peresiadis.
La recita è forse il più grandioso esempio di modernismo cinematografico. Dopo di esso, non solo Angelopoulos, ma anche altri registi di punta del cinema marxista - Jancsó e Godard in primis, ma anche il più appartato Fassbinder - abbandoneranno (in parte) la loro attività più strettamente politicizzata per rivolgersi a storie dal carattere intimista e personale. Forse anche perché, dopo un film come La recita, è difficile poter pensare ad un cinema politico e storico altrettanto perfetto ed innovativo.
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