Regia di Maurizio Ponzi vedi scheda film
“Madonna che silenzio c’è stasera”, è il primo film da solista di Francesco Nuti (e anche uno dei suoi più interessanti, fortunati e riusciti) dopo la rottura con il gruppo dei Giancattivi che nell’immediato fu tutt’altro che indolore.
Gran parte del merito di quel successo io credo però che debba essere attribuito alla regia di Maurizio Ponzi, tutt’altro che secondario nell’affermazione progressiva dell’attore (vedi anche gli importanti risultati successivi ottenuti con “Io Chiara e lo Scuro e “Son contento” nei quali c’era ancora lui al timone) poiché riuscì a estrarre e a sottolineare la vena malinconica che si nascondeva dietro a una vis comica quasi da clown. Un tris di titoli che sono indubbiamente i migliori risultati (sotto il profilo artistico) dell’intera sua carriera.
Se infatti in “Casablanca, Casablanca” (seguito non dichiarato di “Io Chiara e lo Scuro”) gli si potevano ancora perdonare certe incertezze di regia essendo la sua prima prova in quel campo, riconoscendogli per lo meno il merito di aver comunque confezionato un film tutto sommato godibile e scorrevole nonostante la sua gracilità e certe “sfilacciature” imputabili all’inesperienza, per quello che ha fatto successivamente pretendendo di continuare ad essere anche regista dei suoi film e nonostante gli incassi stratosferici, io non salvo davvero nulla e mi sento di accusarlo (magari qualcuno mi taccerà di insensibilità viste le precarie condizioni fisiche in cui si sta trovando adesso) di un eccesso di presunzione che si è manifestata ben prima di quel disastroso “OcchioPinocchio” che ha segnato l’inizio della sua parabola discendente.
Ma tornando a “Madonna che silenzio c’è stasera”, c’è da riconoscere che la stoffa dell’attore c’era davvero anche se avrebbe avuto bisogno del sostegno di una mano più esperta e capace nel guidarlo in cabina di regia: forse il successo di cassetta sarebbe stato meno clamoroso, ma l’arte cinematografica ne avrebbe sicuramente guadagnato parecchio. Comunque in questo caso l’affiatato team Nuti/Ponzi con il supporto non secondario di un’incantevole Edy Angelillo e di valorosi caratteristi locali come Massimo Sarchielli e Gianna Sammarco, è riuscito a comporre un’opera dalle tematiche attuali ancora oggi (e forse persino di più) sarcastica, arguta, tenera e divertente, tutta giocata sui mezzi toni e tutt’altro che superficiale con il suo fondo di sottile cattiveria, che ha il valore aggiunto di una insolita ed appropriata colonna sonora.
Il film segue la giornata passata alla ricerca di un lavoro, del giovane Francesco, un disoccupato di Prato che dopo essersi liberato dalle cure ossessive della madre, sembra riuscire a trovare un’occupazione in una delle tante fabbriche tessili della sua città, anche se poi l’approccio con il nuovo lavoro non sarà dei più semplici e en vedremo delle belle.
Al di là della storia comunque, è proprio nella recitazione stralunata dell’attore, oltre che nella galleria di improbabili personaggi che gli si parano davanti, che questa godibile commedia brillante e piacevolissima, trova i suoi veri punti di forza.
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