Regia di Sergio Sollima vedi scheda film
Da Sergio Sollima mi aspettavo un onesto prodotto artigianale (termine che contrappongo ad artistico), ma di solida fattura e di sano intrattenimento, non certo un film brutto come questo. "Città violenta" è un pastrocchio fin dal titolo: quale sarebbe la città violenta? Il film inizia alle Isole Vergini dove il killer Charles Bronson è attirato in una trappola dalla fidanzata traditrice Jill Ireland che se la fa con un miliardario appassionato di corse automobilistiche. Poi, uscito di galera, va a New Orleans (qualcuno sostiene in Florida, ma la cosa non è chiara) dove si vendica del riccone, ma a quel punto la "traditora" s'è messa con un boss pelato (interpretato da Savalas che fu Kojak in Tv) e insomma, per farla breve, i primi sei che vedete riportati nel cast qui sopra muoiono tutti, compreso Bronson che si fa sparare apposta da un poliziotto.
Un pasticciaccio davvero brutto interpretato da attori supermediocri (escluso Orsini che, infatti, è il più bravo): Bronson non mi è mai piaciuto, né da Armonica né da giustiziere della notte, né da attore, con quella sua faccia totalmente inespressiva; Jill Ireland, che fu imposta alla produzione dal marito Charles Bronson, è anch'ella inespressiva, insignificante, poco credibile, bruttina e nelle scene di nudo usa una controfigura (si vede benissimo, tanto è tirato via il montaggio); Savalas interpreta un boss vigliacco e idiota (perché manda via gli scagnozzi prima di essere fatto fuori da Bronson?). L'unico personaggio valido mi sembra l'infido avvocato interpretato da Umberto Orsini, il quale pronuncia l'unica frase interessante di tutto il film: "non sempre chi dà ordini è quello che comanda".
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