Regia di Simon West vedi scheda film
No ragazzi, non sono impazzito. Vi vedo già saltare sulla sedia (almeno quelli che mi seguono e mi conoscono attraverso le cose che scrivo) e pensare a una dipartita della mia materia cerebrale. Tranquilli che è tutto a posto. Ma dopo aver visto scorrerere i titoli di coda di Con Air sulle fantastiche, meravigliose note di Sweet Home Alabama degli immortali Lynyrd Skynyrd, ho avuto la precisa sensazione che quello che avevo appena incrociato fosse un capolavoro.
Ora potremmo discutere delle ore sull'uso di questo termine, ma per me capolavoro si può (anche) definire qualcosa che nel suo genere rappresenti qualcosa di eccezionale, di travolgente, di coinvolgente. E Con Air allora rientra nella categoria, a pieno titolo.
Perché non esiste un film più fracassone, più esplosivo di questo, e se il termine "americanata" vi è familiare beh! qui siamo di fronte alla regina di tutte le americanate possibili e immaginabili.
In questa pellicola c'è davvero tutto il meglio di quel repertorio da action movie che fa storcere il naso ad ogni cinefilo che si rispetti (eh beh ma io non sono affatto un cinefilo che si rispetti....) e fanno accorrere al cinema torme di spettatori che vogliono essere travolti da una raffica di azioni talmente incalzanti da non capire a un certo punto neanche da parte sono messi sulla poltroncina della sala.
Se proverete a guardarlo da questo punto di vista allora non vi potrà che risultare lampante che tutto è azzeccato in questo film, a partire dai protagonisti.
Da una parte il monoespressivo Nicolas Cage, ranger pluridecorato che un paese ingrato (ah quanto è ingrata l'America con i suoi figli migliori) spedisce in galera per una serie di sfortunitissime coincidenze, trascorre otto anni tra le mure del carcere pensando alla moglie bella come un angelo (e non poteva essere diversamente!) che naturalmente lo aspetta fedele come Penelope, con tanto di bambina (angelica pure lei) nata proprio all'inizio della prigionia di Poe.
Dall'altra il bravo ragazzo per eccellenza John Cusack, emblema dello yankee di buona famiglia e buoni studi e però abbastanza sveglio e dotato di buon senso per riuscitre a sbrogliarsi dalle situazioni più intricate.
In mezzo una banda di evasi capitanati da uno splendido John Malkovich, che più cattivo e fetente non ce lo possiamo immaginare (già nel nome Cyrus The Virus), accerchiato da una schiera di scagnozzi degni di figurare in un ipotetico album delle figurine di Sing Sing. Tra gli altri fanno capolino Danny Trejo che pare far le prove generali per Machete e Ving Rhames (che invece all'epoca era già famoso per aver fatto Pulp Fiction). E siccome a me piace vedere un nesso logico nelle cose, sembra quasi che con questi due attori l'ombra di un certo Tarantino e di un certo cinema autoriale dalle fondamenta trash si allunghi sulle immagini di questo film.
Ma su tutti campeggia uno straordinario Steve Buscemi, nella parte di un maniaco talmente efferato che dovrebbe farci orrore ed invece alla fine risulta pure il più simpatico della truppa.
Insomma: arrischio la mia reputazione, mi rimetto alla clemenza della Corte e invece di annacquarmi con un quattro stelle che mi potrebbe salvare parzialmente la faccia, mi butto intrepido nella mischia come fossi Cameron Poe (il personaggio cui presta la propria faccia Nicolas Cage, omonimo dello scrittore - lontano anni luce da siffatto materiale - adesso al cinema interpretato proprio da Cusack, ma guarda come è strana la vita....) e gli dò cinque stelle piene.
Cameron Poe (Nicolas Cage) a Larkin (John Cusack): "ci sono solo due persone di cui mi fido, una sono io, l'altra non sei tu"
Garland Greene (Steve Buscemi) a Cameron Poe che lo accusa di essere un demente: "È una questione di semantica. Se ti dicessi che demente è chi lavora in un ufficio cinquanta ore alla settimana per cinquant'anni, poi un giorno si sente dire vaffanc**o, dopodiché finisce in un ospizio sperando di morire prima di vivere l'affronto di non arrivare alla toilette in tempo?"
Garland Greene, mentre gli evasi si scatenano sulle note di Sweet Home Alabama: "Quando si dice l'ironìa: un branco di idioti che cantano e ballano un motivo reso celebre da un gruppo scomparso in un incidente aereo"
Sally Bishop (nei panni di un'agente salvata dal protagonista): "Poe... la prossima volta, prendi l'autobus!"
Cameron a Larkin: "Te lo dico così lo sai, sceriffo Larkin. Adesso sono tre le persone di cui mi fido"
Ogni volta che sento le note di Sweet Home Alabama mi si allarga il cuore!
Mah dico....siete matti?
Regia?
E' nel suo: spara, salta, ammazza, insomma fa un casino infernale e nessuno gli chiede di cambiare espressione facciale
Anche lui è nel suo (memorabile la scena finale della consegna delle chiavi della macchina all'amico)
Ammazza quanto è cattivo!
Secondo me è da Oscar!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta