Regia di Michael Waszynski vedi scheda film
Tra i profughi in cerca di rifugio a San Marino nel 1944 c’è un giovane che ha perso la memoria ma che si fa benvolere da tutti per la sua mitezza, almeno finché non si ricorda chi era stato e soprattutto che cosa aveva fatto. Strano oggetto, diretto da un regista polacco (assistito da Cottafavi) e ambientato in un luogo quasi mai frequentato dal cinema italiano: sembra non avere nessuna idea dei ritmi cinematografici (ci sono uno spettacolo di ballo e una processione che vengono seguiti quasi in tempo reale), accumula personaggi, li fa interagire tra loro lasciando prevedere certi sviluppi che poi però non arrivano. Inoltre appare totalmente estraneo alla temperie neorealista, nonostante la presenza di De Sica e Anna Magnani nei ruoli di un possidente ateo in continui battibecchi con il parroco e di una prostituta tormentata dai ragazzini. Ciò che vale, al di là del modo goffo in cui viene tradotto, è soprattutto il nocciolo narrativo: una situazione di convalescenza, in cui non si riesce ancora a lasciarsi dietro le spalle gli orrori vissuti, che viene risolta da un finale drammaticamente catartico.
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