Regia di Michael Waszynski vedi scheda film
Uno strano personaggio, con lo sguardo fisso e trasognato, vaga per le strade di San Marino e sputa sentenze su tutto, gettandovi lo scompiglio. Anche nella testa dello spettattore, che si dimena inquieto sulla poltrona.
Che fatica arrivare alla fine di questo breve film! E ciò nonostante due pezzi da novanta del cinema italiano tra gli attori (Magnani e De Sica), e uno tra gli sceneggiatori (Zavattini). Eppure il film proprio non funziona; per tre quarti è molto noioso, e per un quarto lo è di meno, ma si aggroviglia quanto a messaggio che vuole comunicare e senso.
Chi dunque è questo strano tizio che compare a San Marino e getta lo scompiglio nella comunità (parrocchia e abitanti)? La spiegazione si saprà solo alla fine (che però non farà che aumentare la nebbia), ma fin da subito si capisce più o meno che tipo di figura sia: un profeta o un saggio scambiato per scemo (che vagamente ricorda lo zio di "Ordet" di Dreyer), uno che con la sua plateale ingenuità e semplicità scioglie enigmi, corregge gli erranti, funge quasi da oracolo di Dio, e comunica una filosofia di vita è che la quint'essenza del buonismo cosmico, vegetarianesimo compreso (allora all'avanguardia, oggi superato).
Le sue idee si innestano in un vago sostrato cattolico, ma molto vago, e nell'assunto "tutti sono buoni", tale che sarebbe sembrato eccessivo anche al Frank Capra di "La vita è meravigliosa". Zavattini aveva coniugato con intelligenza la sua visione pacificatrice l'esistenza, dove l'ingenuità vince, in film come "Buongiorno elefante!", ma qui si impantana in un discorso che vorrebbe logico ed esaustivo, ma è come una macedonia con tanto zucchero e poco senso.
La virata finale, che vorrebbe chiarire e spiegare, confonde anche quel poco che avevamo capito fino ad allora.
Che cosa rimane, dunque, di buono? Il vedere San Marino (che non capita spesso al cinema), e l'interpretazione della sempre grande Anna Magnani, che sa dare spessore e accenti di autentica umanità al suo personaggio della prostituta schifata dal suo lavoro. De Sica, nel personaggio dell'ateo fanatico, non è convinto di quello che sta facendo. Poche volte mi sono trovato così in disaccordo con i critici di Film TV, che hanno recentemente definito questo film addirittura "eccezionale".
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