Regia di Sergio Rubini vedi scheda film
Il tema del viaggio (fisico, spirituale ed esistenziale), dell'apprendimento, dell'esperienza; quello della sposa è un vero e proprio grand tour, finalizzato formalmente al raggiungimento del luogo del matrimonio, ma in realtà itinerario di una crescita personale e di un fruttuoso scambio con l'a suo modo saggio Bartolo. Rubini utilizza il classico espediente dell'accostamento fra due figure apparentemente opposte - quantomeno nella scala sociale - che, forzatamente ritrovatesi a stretto contatto per un certo periodo di tempo, escono dall'avventura in idilliaci rapporti. "Noi ci amiamo"; "Non è possibile, signò... non si può rivoltà il mondo solamente perchè a uno gli va di fa' 'na cosa". Alla figura romantica, erudita e piena di speranza della ragazza si oppone il gretto, ma filosoficamente ineccepibile, freddo servitore; fra i due attori ha nettamente la meglio il jolly Rubini, che si conferma sempre più capace di interpretare qualsiasi tipo di ruolo (e riesce magnificamente a non rubare nemmeno spazio alla protagonista della storia, quando appare evidente che non gli occorrerebbe grande sforzo per riuscirci). Il film di per sè non è brutto: è semplicemente qualcosa di già visto mille volte e che non offre molto di più di quanto si possa immaginare; la trama è riassumibile senza fatica in un corto; Rubini è comunque regista pulito e attento. Poco sotto la sufficienza.
Nel seicento una nobile ragazza deve recarsi dal convento dove è cresciuta al paese dove vive il suo futuro marito; la scorta che l'accompagna viene però brutalmente uccisa dai briganti lungo la strada. Rimane con lei solo il fido Bartolo, ignorante ma sensibile, che, lungo il cammino scopre essere molto più vicino a lei di quanto credesse. Ne nascerà un'imprevedibile e profonda amicizia.
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