Regia di Bretaigne Windust, Raoul Walsh vedi scheda film
Alla vigilia del processo contro il capo di una banda di killer su commissione (che viene evocato per tutto il tempo, ma solo negli ultimi 15’ assume le fattezze maligne di Everett Sloane) il testimone chiave, terrorizzato dall’idea di esserlo, rimane ucciso mentre tenta di fuggire. Il procuratore passa la notte a rileggere tutte le deposizioni rilasciate sul caso, nella speranza di trovare qualche elemento per sostenere l’accusa: colpo di scena finale. La vicenda è ricostruita pezzo per pezzo attraverso una serie di flashback in cui prendono la parola i vari personaggi coinvolti: sembra effettivamente di assistere alla visualizzazione (un po’ pedestre) dei verbali di polizia. La struttura a puzzle ricalca quella de I gangsters di Siodmak, ma in modo più meccanico: è come se ci si trovasse in una caccia al tesoro, nella quale ogni indizio serve a scoprire il successivo. Comunque la narrazione è tesa e serrata, Bogart è sempre Bogart, e insomma il film si lascia vedere con un certo piacere.
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