Regia di Rolf van Eijk vedi scheda film
Arriva anche da noi, e con un certo ritardo, questo piccolo film belga-olandese, che restando in bilico fra noir e biografia, prova a raccontare gli ultimi giorni del grande trombettista americano Chet Baker, che fu trovato cadavere ai piedi dell'albergo di Amsterdam dove risiedeva, nel maggio 1988: fu archiviato come suicidio, ma i dubbi sono rimasti e rimarranno probabilmente per sempre. Questo "Jazz Noir", titolo del tutto italiano a discapito del più calzante originale, "My Foolish Heart", vede protagonista non solo uno stravolto Chet Baker, impersonato con straordinaria somiglianza dal musicista (e attore) Steve Wall, bravissimo, ma pure un detective olandese, tale Lucas, che cercando di scoprire la verità, si trova faccia a faccia con i propri fallimenti, così simili a quelli esistenziali di Baker. E' un film di doppi, in cui il regista non cerca, appunto, la verità, anche solo presunta, sull'accaduto, ma piuttosto lascia fluire, in un'atmosfera cupa e dopata, il diavolo, il Chet Baker di tutti i giorni, e l'angelo, il Chet Baker musicista: quindi ancora un doppio, ma decisamente più interessante. Vince la musica, ovviamente, e vince Steve Wall, macilento Baker, mentre tutto il resto, pare posticcio seppure funzionale alla pellicola. Uno dei rari sguardi su un genio del ventesimo secolo, di cui rimane definitivo solo il ritratto di Bruce Weber in "Let's Get Lost".
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