Regia di Giovanni La Parola vedi scheda film
In una Sicilia post-unificazione che manco il Far West si muovono, inseguono e quando s’incontrano pure “accidono” vicendevolmente due (ma anche più) “Italie”, due (ma anche più) mondi e modi di vivere, in un novello “western”all’italiana sui generis, che trasuda del cinema di Leone e Tarantino.
Lo sfondo non sarà per l’appunto il mitico, feroce, brutale Ovest nordamericano, ma gli ingredienti sono tutti lì (frontiera, violenza, “scontri di civiltà”, pistoleri, cacciatori di taglie, banditi, attacchi alle diligenze…) e l’aria che si respira è precisamente quella del miglior cinema di genere, traslato e riadattato al contesto.
Il mio corpo vi seppellirà (2021): Guido Caprino, Giovanni Calcagno
Un esercizio di stile che si può tranquillamente affermare rappresenti un unicum nel panorama cinematografico italiano contemporaneo (al pari, per intendersi, d’un Il primo re). Soprattutto, una più che benvenuta sorpresa. Un film d’azione avventurosa, pulp e narrativamente non-lineare nel solco come detto del cinema tarantiniano, ottimamente recitato (da notare in particolare Truppo, Abela e Calcagno) e messo in scena (pur nella scarsità di mezzi, costumi, effetti speciali e ricostruzione d’epoca risultano praticamente sempre credibili [mai s’avverte quel senso di amatorialità], mentre la fotografia calda e pastosa ben “evidenzia” il clima arso dal sole e – per così dire metaforicamente – l’atmosfera incendiaria dell’opera).
Splatter ed esageratissimo, ironico e concitato, Il mio corpo vi seppellirà – grazie alla buona e dinamica regia di La Pàrola – inanella una serie di scene d’azione riuscite e a volte notevoli (di certo infinitamente superiori a quelle presenti in obbrobri come La belva [altro esempio di prodotto inusuale per il nostro cinema, ma di una sorta di inusualità che si preferirebbe vedere di rado, per non dire mai]), diverte e appassiona per tutta la durata, concludendosi nel segno del più sanguinoso ma al contempo in qualche modo beffardo grand-guignol.
Dal punto di vista narrativo nulla d’imprevedibile, forse, ma grazie alle locations d’eccezione, alle battute fulminee, all’azione a rotta di collo, alla galleria di personaggi memorabili (dal “Macellaio” che pare il Mastino de Il trono di spade al colonnello sadico che continua a ripetere “bene, bene”), l’opera riesce a tenere sempre vivo l’interesse dello spettatore e a non sgonfiarsi mai.
Il fenomeno del brigantaggio è affrontato senza celarne gli aspetti più brutali, il mondo della retriva e vanesia aristocrazia latifondistica è trattato col giusto carico di acre sarcasmo e alla fine a non uscirne proprio benissimo sono pure i sabaudi. Insomma, “non si salva nessuno” in questo frenetico neo-western alla siciliana che non concede un attimo di tregua.
Sarà anche un “semplice” prodotto di puro intrattenimento ma se rapportato a quel che di solito passa per intrattenimento – ovvero l’ennesima sbiadita commedietta all’acqua di rose che si dimentica dopo cinque minuti – par quasi un gigante. Non para-teatrale per tirare al risparmio, non melenso, non fintamente satirico per poi ripiegare sul conformismo strappalacrime, non – a maggior ragione – becero o pecoreccio… no, anzi: un’autentica, genuina e convincente opera di genere, di un genere che non si vede quasi più.
In poche parole, ribadendo: una gradevolissima sorpresa. Niente di sensazionale, ma senza dubbio neppure niente di poi così scontato. Una vera boccata d’ossigeno in un ambiente – quello del cinema “popolare” nostrano – che aveva decisamente bisogno d’una bella scossetta.
Il mio corpo vi seppellirà (2021): Margareth Madè
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