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Il mio corpo vi seppellirà

Regia di Giovanni La Parola vedi scheda film

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La recensione su Il mio corpo vi seppellirà

di giurista81
8 stelle

Fusione tra i c.d. protowestern degli anni cinquanta diretti da Pietro Germi (Il Brigante di Tacca del Lupo) e lo spaghetti western alla luce degli insegnamenti cinematografici offerti da Quentin Tarantino. Giovanni La Parola ce la mette tutta, scrive (alla Tarantino) e dirige un prodotto che in Italia mancava dai tempi di Jonathan degli Orsi. Matteo Rovere, insieme ad altri sei soci, finanzia il progetto che, purtroppo, ha ottenuto meno del successo che avrebbe meritato, complice il periodo di lockdown.

Ne esce fuori un action dai contenuti tipicamente western, pur se ambientato in Sicilia con tanto di dialetto alla Garrone. Il contesto scenografico, i costumi e i modi sono quelli del western all'italiana, ma il contesto geografico è quello dei tempi garibaldini. La violenza, a tratti surreale e sopra le righe, arriva palesemente dall'iconografia di Quentin Tarantino. Decapitazioni, amputazioni di dita, evirazioni, violenze a danno di donne (frustate, sodomizzate e pestate), esecuzioni a sangue freddo e persino l'estirpazione di un cuore con l'organo inquadrato in primo piano sono (in parte) smorzate da un clima di ilarità che tiene costantemente sopra le righe la visione. Per sfortuna non siamo a Hollywood e la cosa si riflette nelle interpretazioni. Al fianco degli ottimi Antonia Truppo, Margareth Madè, Giovanni Calcagno e Guido Caprino (il migliore col suo accento torinese), altri attori appaiono forzati e abbassano la resa del prodotto. Non convince, se non in bellezza, Simona Di Bella, la cui interpretazione, sul modello della Daryl Hannah di Kill Bill, è artefatto e poco credibile. Mediocre anche Rita Abela, che dovrebbe inquietare e fare paura, salvo suscitare comicità involontaria. La sceneggiatura, tuttavia, regge e offre uno storia buona come poche altre in Italia. La Parola caratterizza i suoi personaggi. Gioca sull'azione, sui dialoghi e sul gore (a fiumi), superando la scarsa originalità del soggetto (la storia di un rapimento a scopo estorsivo che non trova l'atteso interesse da parte dei parenti della vittima) grazie al curioso contesto storico e alla resa pulp del tutto. Regia e movimenti di macchina interessanti, tra falchi che volano, droni e una computer grafica non sempre all'altezza della situazione. Spassosso è dir poco. Da premiare per coraggio e passione per il cinema di genere che in Italia si può dire essere rinato.

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