Regia di Terry Jones vedi scheda film
Un cult sottovalutato, il film è il miglior prodotto targato Monty Python.
Monty Python E IL SENSO DELLA VITA è, prima di tutto, un film sottovalutato da molti, e oggi raramente ricordato( a causa, anche, di un doppiaggio italiano stanco, che non evidenzia a dovere l'umorismo inglese, o più precisamente, l'umorismo dei Monty Python, che è un concetto a parte da ogni altro tipo di umorismo esistente!). Eppure la sua carica comica ( surreale, grottesca, insensata ma intelligente) è esaltante e sorprendente come poche, sia per un cinefilo che per un normale e comune spettatore( anche se fate attenzione: non è un film per tutti i palati). Il film non ha una trama vera e propria, non ne ha bisogno, non ne sente la necessità: non è importante una storia con un inizio, uno svolgimento e una fine in un film dei Python. Così questo "Il Senso della vita" , più che un lungometraggio vero e proprio, appare come un puzzle, un enorme e irriverente puzzle, in cui viene gettato un po' di tutto nel calderone: temi imponenti, orribili e ,a volte, irritanti, che però é bene trattare (ogni tanto) con filosofia,o meglio, con ironia. Il risultato è,forse, un po' diseguale e non omogeneo, così i punti meno divertenti,meno graffianti e che centrano male il loro obiettivo(ad esempio l'episodio riguardante la mezza età, troppo macchiettistico e caricaturale, tanto da sembrare poco più di una barzelletta sceneggiata basata solamente sulla verve dei suoi interpreti; lo stesso discorso vale per le prime due sequenze satireggianti la guerra, deboli e inoffensive: e dire che con il fenomeno bellico in questione e con il regno militare c'era da sbizzarrirsi...) si fanno notare di più, influendo negativamente sulla riuscita dell'opera. Ma se i momenti meno riusciti vengono accentuati dalla componente a episodi ( che rimanda al Monty Python' s Flying circus , di cui consiglio vivamente la visione di alcuni sketch per tirarsi su il morale nei momenti più neri ),le sequenze più originali, cattive, irriverenti e graffianti vengono elevate alla massima potenza. E queste ultime non sono solo divertenti, sono sublimi! Sublimi nella loro intelligente stupidità, nella loro raffinata volgarità, nel loro sensato no-sense ( è curioso come possa essere più intelligente un film demenziale rispetto a decine di film impegnati che affrontano gli stessi argomenti e le stesse tematiche, solo indirizzando il tutto su binari drammatici e intellettualistici! ). Con tutte queste qualità, questi segmenti rasentano la perfezione( riscattando i pur presenti tempi morti). Cominciamo dal momento più famoso: il capolavoro del ristorante. Raccontato a parole, questo sketch potrebbe risultare addirittura rivoltante( Tarantino ha affermato che é la scena piu fastidiosa mai girata e mai scritta)e in effetti può essere così considerato se durante la visione della pellicola non vi si è preparati, o se si è particolarmente sensibili: esso giunge inaspettato, senza preavviso, e il suo vero protagonista si può dire che sia il vomito. Ma dietro la sua apparente volgarità e la sua accentuata irriverenza politicamente scorretta si nasconde un feroce attacco all'opulenza della borghesia, efficace quanto quelli di Buñuel e Ferreri, ma con una caratteristica in più: la comicità, esagerata e appositamente rivoltante , utilizzata per far rimanere più impressa nell'immaginario collettivo l'immagine negativa di un certo modo di vivere e di comportarsi della classe agiata( sempre disprezzata e presa di mira dal gruppo comico inglese) . È questo d'altronde il motivo della nascita dello humour nero: far ridere su tematiche importanti per far riflettere meglio lo spettatore( la comicità e la risata possono essere i più grandi mezzi di comunicazione, se utilizzati con intelligenza). Un discorso simile a quello affrontato per la sequenza di mr Creosote potrebbe essere fatto ( seppur in maniera un po' diversa)anche per un altra pellicola uscita qualche più tardi (anch'essa grottesca ed eccessiva), una pellicola che presenta varie analogie con lo sketch appena descritto: Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante (di Peter Greenaway) , che se non avete ancora visto vi consiglio di recuperare.
Tra gli altri momenti memorabili si possono annoverare: la canzone Every sperm is sacred, cantata da un gruppo di cattolici( da antologia il dibattito tra la coppia protestante: uno degli apici della comicità pythoniana, che continua a ironizzare sulle ideologie e sui fanatismi religiosi dopo averlo già fatto egregiamente nel 1979 con Brian di Nazareth, film scandalo all'epoca, tanto che alcuni cattolici andavano per le strade tenendo cartelli con sopra scritto Monty Python uguale Diavolo! E il gruppo comico inglese che si divertiva a guardare tutta questa gente inveire in maniera ridicola contro di loro, facendo capire l'ignoranza e l'ipocrisia delle persone, in quanto Brian di Nazareth non è per nulla offensivo né tantomeno blasfemo !); il trapianto di organi vivi ( ottimo miscuglio tra splatter, demenziale, musical e ironica love story: vietata la visione alle persone deboli di stomaco!); il cortometraggio iniziale di Terry Gilliam( buffa e visionaria satira aziendale, in cui il regista fa le prove generali per il suo capolavoro assoluto: Brazil); la lezione di sesso( che mette alla berlina con perfidia l'istituzione scolastica britannica: anche qui, dietro ad un umorismo che può apparire infantile, vi si nascondono un anima corrosiva e una cattiveria innata che molti comici di oggi si sognano); la sequenza iniziale, con john Cleese e G.Chapman nei panni dei distratti e macchiettistici ostetrici alle prese con un parto, delicata e vitale funzione medica che l'amministratore dell'ospedale fatica a comprendere ( divertente satira sulla sanità, e sul comportamento ridicolo e inappropriato di molti medici , quì rappresentati come un gruppo di inesperti cialtroni preoccupati più a giocare tra di loro che ad accorrere gli ammalati: e questa è ,seppur estremizzata, una triste realtà, oggi come allora! Sequenza scritta peraltro da Chapman stesso, il quale aveva studiato realmente medicina da ragazzo, e quindi sa perfettamente come scherzare sull'argomento!), e quella finale, con la Morte che fa visita all'isolata casa di un gruppo di aristocratici inglesi ( con due ospiti americani a cena!), capaci di mettere in mostra il loro carattere stravagante, snob e viziato anche in una situazione così tragica e irreversibile ( altro attacco all'alta società, e se si vuole alla religione, nel rappresentare il paradiso come uno sfarzoso spettacolo di Las Vegas!). Fino a questo momento ho parlato dei Python come autori( irriverenti, cattivi, divertenti, coraggiosi nell'affrontare alcune tematiche scottanti), ora voglio parlare del gruppo comico inglese a livello attoriale! Chapman e Cleese sono i due membri del gruppo che meglio rappresentano lo spirito inglese, il suo humour e il senso stesso dei Python: calmi e pacati anche nelle situazioni più paradossali ed esasperanti ( ne è un esempio l'interpretazione di Cleese nella sequenza già descritta del ristorante, o l'intervento di Chapman quando ,nei panni di un dottore, dice con nonchalance a un mutilato di guerra di caricare il peso sulla gamba rimanente quando gioca a calcio); Palin( comico straordinario, notare la sua interpretazione in Un pesce di nome Wanda) qui accentua il gioco mimico facciale(ricordando George C.Scott nel capolavoro assoluto della commedia nera Il dottor Stranamore) risultando esilarante, con quella voce flebile e le sue interpretazioni fuori dalle righe; Terry Jones ( che tenta di dare il meglio come regista) appare meno rispetto agli altri, ma ci regala due dei personaggi più memorabili e divertenti nella loro vena grottesca: mr Creosote e la moglie del giamaicano nell'episodio del trapianto di organi vivi ; e infine Eric idle , che dà qui il meglio però come musicista e curatore della colonna sonora ( assolutamente orecchiabile e degna di lode).
Infine: il tema del senso della vita è solo un debole( ma talvolta efficace) filo conduttore, che dà vita a sequenze divertenti e non. Comunque sia il film resta un ottimo esempio di commedia nera demenziale, e un piccolo gioiello satirico che vale la pena di riscoprire. Nonostante tutto la pellicola è una delle poche (realizzate negli anni'80) che, ancora oggi, meriti di essere presa sul serio...
Ps:in un libro- intervista di circa quindici anni fa il regista Mario Monicelli affermava che i Monty Python sono stati gli eredi più diretti dei grandi comici del cinema muto, per l'uso farsesco della violenza e una forzatura della realta in senso caricaturale che diventa irreale e quindi comica. Ho voluto trascriverlo perché credo sia interessante sapere cosa ne pensi uno dei più grandi registi italiani di uno dei gruppi che ha rivoluzionato maggiormente la comicità inglese, e perché penso che questo film è il miglior esempio che si possa fare per accertare questa tesi, del tutto condivisibile..
Voto8/10
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