Trama
Djibi vive da solo con Sofia, la figlia di 8 anni per cui ogni notte inventa una storia per farla addormentare. Quando Sofia finalmente dorme, le storie prendono vita: in un mondo immaginario, cavalieri, pirati e altri draghi si muovono per salvare la principessa (che è sempre Sofia) e per essere d'aiuto o di impedimento al coraggioso principe (che altri non è che Djibi). Tre anni dopo, l'ingresso di Sofia al liceo e segna la fine della sua infanzia e le storie di Djibi non hanno più ragione di essere. Mentre nella realtà Djibi dovrà rassegnarsi alla crescita di Sofia, nel mondo delle favole il suo principe dovrà affrontare la più epica delle sue avventure.
Approfondimento
IL PRINCIPE DIMENTICATO: UNA FIGLIA CHE CRESCE
Diretto da Michel Hazanavicius e sceneggiato dallo stesso con Noé Debré e Bruno Merle, Il principe dimenticato racconta la storia di Sofia, una bambina di otto anni che vive sola con il padre Djibi. Ogni sera, prima di metterla a letto, l'uomo le racconta una storia della buonanotte ma le sue storie sono diverse dalle altre: a sfondo straordinario, hanno tutte luogo in un mondo immaginario in cui gli eroi sempre la principessa Sofia e suo padre, il Principe coraggioso. Dopo tre anni, per Sofia arriva il momento di fare il suo ingresso nelle scuole superiori e di dire addio ai racconti fantastici. Disarmato, Djibi deve accettare l'idea che la figlia, oramai cresciuta, si allontanerà da lui. Nel mondo immaginario che ha creato, il Principe dovrà quindi affrontare la più epica di tutte le avventure per cercare di mantenere almeno il posto che gli spetta.
Con la direzione della fotografia di Guillaume Schiffman, le scenografie di Laurent Ott, i costumi di Sabrina Riccardi e le musiche di Howard Shore, Il principe dimenticato nasce dal desiderio del regista di discostarsi dal mondo reale raccontato in The Search e Il mio Godard per tuffarsi in un film quasi fantastico che, mescolando racconto intimo e avventura epica, fosse diretto a tutta la famiglia. Ha dichiarato a proposito: "Sono rimasto particolarmente colpito dal soggetto. Leggendolo, ho avuto modo di vedere come trattasse, al di là della sua spettacolarità, di temi intimi e universali. Attraverso le storie fantastiche indirizzate al pubblico dei bambini, Il principe dimenticato parla di un padre che deve accettare di vedere crescere la figlioletta a cui è molto attaccato, superando la paura di essere abbandonato o di divenire inutile. Ho pensato molto a ciò che potrei vivere con i miei figli, ancora bambini, e al momento in cui diventeranno grandi e inevitabilmente si allontaneranno da me".
"Non sono più tanti i papà che raccontano le storie della buonanotte ai figli", ha aggiunto Hazanavicius. "Io sono tra i pochi che ancora lo fanno. L'espediente però mi è tornato utile per poter rappresentare due diversi universi all'interno dello stesso film: il mondo reale e quello dell'immaginazione, che altro non è che una specie di proiezione mentale stilizzata del padre. Ciò che nel mondo reale è semplice e persino banale, in quello immaginario ha conseguenze enormi: la crescita di una figlia diventa la più grande delle sfide. Del resto, quando i nostri bambini cominciano a sfuggire al nostro controllo, il nostro inconscio viene sconvolto del tutto: in quel momento, non siamo più giovani genitori e i nostri legami cambiano, divenendo anche meno divertenti. La paura si insinua gradualmente in tutto ciò che li riguarda e in noi cresce l'esigenza di proteggerli, a volte anche troppe. Ed è da qui che sorgono inevitabilmente quelle tensioni che fanno sì che la cosiddetta crisi adolescenziale riguardi innanzitutto i genitori".
Il cast
A dirigere Il principe dimenticato è Michel Hazanavicius, regista e sceneggiatore francese. Nato nel 1967 in una famiglia di fede ebraica di origini lituane, sin da piccolo si è interessato al cinema per via del lavoro della madre documentarista. Dopo gli studi alla ENSAPC (una delle più rinomate scuole d'arte di… Vedi tutto
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Commenti (2) vedi tutti
Robetta per neonati ?!?! voto.0.
commento di chribio1Di una noia mortale,una Delle peggiore commedia Francese.
commento di scursuni