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Lara

Regia di Jan Ole Gerster vedi scheda film

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La recensione su Lara

di alan smithee
6 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Incontriamo Lara Jenkins la mattina in cui deve affrontare la prospettiva di compiere il suo sessantesimo anno di età:  non la prende affatto bene, al punto da farci pensare al peggio più assoluto, non fosse in un provvidenziale trillo del campanello.

Lara è una donna piuttosto sola, separata da un ex compagno che ora vive con una donna assai più giovane, e madre messa da parte di un figlio ex bambino prodigio della musica per merito e costanza sua, oggi musicista e compositore in odore di fama che tuttavia ha preferito allontanarsi da lei per andare a vivere con la nonna, ovvero sua madre.

Il giorno in cui il figlio Viktor deve affrontare la prima teatrale del suo primo componimento musicale, che corrisponde per caso fortuito con questo suo rotondo, fatidico, strategico compleanno, la donna decide di agire.

Fattasi carico di comprare un gran numero di posti per la serata della prima - quello stesso giorno - la donna, perennemente fasciata col suo grazioso capottino bordeaux, cercherà da una parte di piazzare più biglietti possibili, e di riuscire a entrare in contatto con un figlio che sembra schivarla, evitarla, rifuggirla più di ogni altra cosa al mondo, contribuendo, con tale atteggiamento, a rabbuiare il mondo già oscuro della donna, ed avvicinandola a distanza ravvicinata da quell'abisso più volte sfiorato.

Dall'apprezzato regista tedesco Jan Ole Gerster, conosciuto con il sofisticato Oh boy del 2012, Lara si sviluppa tra nevrosi latenti ed inespresse che la famiglia a volte genera, quando le incomprensioni non trovano spazio per chiarimenti, ed i conflitti laceranti trasformano le problematiche caratteriali in abissi incolmabili che portano a frustrazioni che generano disperazioni senza apparente soluzione.

Il film si fa forza sulla forte presenza scenica di quella che possiamo definire, per indole, modo di incedere, costituzione fisica e pure somiglianza fisica, come "la Isabelle Huppert tedesca": stiamo parlando della bravissima Corinna Harfouch, già vista ed apprezzata in precedenza in Jack di Elisabeth Scharang, in Cracks in the Shell di Christian Schwochow e La caduta, di Olivier Hirschbiegel.  

L'ottima attrice sa trasformare la sua Lara messa in disparte da tutti come un soffocante oggetto porta sventura, in una figura di donna in grado di sapersi riscattare, dimostrando quanto vale e quanto è indispensabile il suo apporto a chi conta davvero di più: il pubblico che segue la sua disastrosa epopea del giorno del suo compleanno, fino al riservato e molto privato riscatto finale.  

Nel ruolo del figlio pianista ed autore in odore di fama, ritroviamo l'attore ormai noto e sulla via del divismo Tom Schilling, già protagonista di Oh boy, e al centro del discusso film "Opera senza autore" di von Donnersmarck, Suite francese, e molti altri.  

 

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