Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
All’inizio del diciassettesimo secolo il filosofo e teologo Tommaso Campanella prende posizioni avverse alla Controriforma, scrivendo fra le altre cose La città del sole, progetto di città utopica.
La città del sole è la seconda regia in lungometraggio per il 28enne Gianni Amelio, già autore di La fine del gioco (1970) e destinato a una lunga e rosea carriera; fruttuosa sarà in particolare la sua collaborazione con la televisione di Stato, che qui produce questa pellicola incentrata sull’omonimo libro di Tommaso Campanella. La sceneggiatura è però un lavoro originale dello stesso Amelio e di Domenico (Mimmo) Rafele; si tratta di una messa in scena molto ordinata e senza eccessivi fronzoli della vita di Campanella, che si interseca con le sue teorie e i suoi scritti, seguendo la miglior tradizione delle opere divulgative per immagini licenziate per la Rai negli anni precedenti da Roberto Rossellini. Fra gli interpreti non mancano nomi degni di nota: Giulio Brogi, Daniel Sherrill, Bedy Moratti, Umberto Spadaro e Riccardo Mangano ricoprono i ruoli principali; il ritmo è decisamente rilassato per questo prodotto che punta espressamente in primis ai contenuti e a una resa formale fotograficamente ineccepibile (Tonino Nardi è il direttore della fotografia), ma non ad altro. 4,5/10.
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