Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
La lodevole intenzione di Amelio di mettere in scena l’opera filosofica (piuttosto che la vita) di Tommaso Campanella si scontra con l’impossibilità di strutturare un vero e proprio racconto a sfondo politico e sociale. L’insieme si risolve in una serie di sequenze un po’ troppo lunghe e verbose, nelle quali viene soffocata anche l’interessante questione del ruolo dell’intellettuale nella società. Peccato, perché l’utopia di Campanella era nelle corde di certo cinema impegnato degli anni Settanta, per quel suo immaginare un consesso sociale vagamente comunista e, con i limiti che non potevano non affliggere un monaco del Seicento, moderatamente libertario. Il film si salva dal naufragio nella noia, grazie alla presenza carismatica di Giulio Brogi e ad un bellissimo cammeo drammatico di Umberto Spadaro che, nella parte del padre del frate rivoluzionario, dà una delle migliori interpretazioni della sua carriera.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta