Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Amelio porta sullo schermo, con produzione Rai, il pensiero filosofico di Tommaso Campanella, senza cascare nella trappola del bio-movie, ne sta a distanza giusta, perché volutamente era altra cosa che voleva da questo film. Ci si serve di un altro personaggio, alter ego del filosofo, per affrontare l’argomento che appunto fin dal titolo sappiamo a cosa si riferisce. La Città del Sole è l’opera più famosa di Campanella, dove esprime la sua idea di vita umana, sociale e religiosa, la sua Repubblica si aggancia a Platone, ma va avanti con concetti diversi; siamo evidentemente nel campo dell’Utopia, che si rifà al principio suo filosofico base che è quello della naturalismo, da cui aveva attinto da Telesio, ma poi portato avanti in forma sua originale, riconoscendo nell’uomo una sua funzione. Questo è il concetto su cui il film si basa, e con questo imbastisce il racconto, mai banalizzato, anche se sullo sfondo c’è il dramma vissuto dal filosofo in conflitto con la chiesa, con cui ebbe diversi processi, ma noi assistiamo all’ultimo. Difficile portare un pensiero come questo e farci un film, Amelio ci ha provato, con personaggi di fantasia e metafore, senza mai esagerare, tutto in un tono profondamente ascetico e spirituale, ma che riesce a prendere l’attenzione, anche se una preparazione iniziale sarebbe stata necessaria. Penso che il regista abbia scelto questo filosofo, anche per l’appartenenza alla sua terra di Calabria, originario, infatti, di Stilo.
filosofia ed utopia la cinema, ma Amelio ha saputo bene sceneggiare e dirigere
una prova di regia coraggiosa, certamente non mira la grande pubblico
era l'attore simbolo, giustamente, del film impegnato del momento ed anche qui assolve perfettamente il suo ruolo
un bel volto, peccato che il cinam non l'abbia sfruttato
si riconosce subito, questo attore, ottimo caratterista del nostro cinema nel ruolo del padre
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