Regia di Albert Brooks vedi scheda film
A seguito di una mancata promozione, pubblicitario frustrato e gentile consorte decidono di abbandonare Los Angeles e, ritirati i risparmi di una vita, partono all'avventura a bordo di un camper, senza una meta precisa. M'immaginavo una lunga serie di tragicomiche traversie nello stile della famiglia Griswold (Chevy Chase & co.), invece "Lost in America" si limita a Las Vegas, Hoover Dam (Nevada) e Stafford (Arizona), per poi tagliare corto e puntare dritto a New York. Brooks concede molto spazio a se stesso con scene molto discorsive dove il comico mostra tutta la sua verve, la Hagerty fa piuttosto la mogliettina un po' impaurita, un po' sottomessa (ma in grado di graffiare, se del caso). E' un film segnato dal concetto di crisi: crisi d'identità, crisi dello yuppismo (ma poi lui ci ripiomba dentro, e qui sta l'incapacità di ricostruirsi una vita al di fuori dei canoni moderni precostituiti), crisi lavorativa, crisi di nervi, crisi della frontiera. Alla fine però sembra che sia la sceneggiatura ad essere un po' a corto di benzina, piuttosto che il camper.
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