Regia di John Lee Hancock vedi scheda film
NON USCITO AL CINEMA IN ITALIA
PRODUZIONE NETFLIX
Fatti realmente accaduti: la cattura – nel 1934 - di due banditi che hanno segnato la storia della criminalità negli Stati Uniti. Highwaymen - L'ultima imboscata (Highwaymen, e basta, il titolo originale) è la narrazione in immagini della caccia ai famigerati e giovanissimi Bonnie e Clyde, al secolo Bonnie Parker e il suo socio-amante Clyde Barrow. La coppia di rapinatori omicidi seriali che negli anni Trenta dello scorso secolo seminarono il panico con la loro gang - in particolare in Texas, Mississippi e Louisiana - ma divennero anche due idoli delle folle, blanditi dalla stampa, adorati come fossero divi del cinema, soprattutto dalle donne che addirittura presero a imitare acconciature e abbigliamento della dama col mitra.
Il bel film di John Lee Hancock (regista di indubbie capacità, autore nel 2009 del premiatissimo The Blind Side) illustra con sapienza come venne attuato il piano governativo finalizzato a togliere dalla circolazione i due spietati delinquenti. In questo Bonnie e Clyde restano sullo sfondo, a malapena inquadrati da vicino, al punto che l’impegno dei due interpreti chiamati in causa è al limite del superfluo, mentre al centro dell’azione sono i due ex Texas rangers, Frank Hamer e Maney Gault. I due reduci di un’America ancora da far west, ormai anziani e in pensione, sono richiamati in servizio a causa dell’emergenza-sicurezza scatenata dalla coppia assassina, col via-libera ammantato di scetticismo e prudenza politica, dell’allora governatrice Miriam A. Ferguson. Perché B&C ora ammazzano a sangue freddo anche i poliziotti, pur di non essere intralciati nelle proprie scorribande. E questo significa oltrepassare il limite.
Highwaymen è un poliziesco on the road, ben girato e che gode di fotografia e scenografia di alta qualità (Schwartzman e Corenblith). Hancock sfrutta al meglio la sceneggiatura (Fusco), conferendo al film il giusto mix fra pathos e momenti di alleggerimento, grazie fra le altre cose a dialoghi intelligenti - seppure non particolarmente originali – anche con un pizzico di ironia. Molto ben ricostruite le scene in cui in gioco entrano armi e proiettili (da apprezzare la scena in cui Hamer ordina un vero e proprio arsenale in armeria), con sparatorie realistiche e coinvolgenti.
Gli attori principali sono d’eccezione, a cominciare dal protagonista Kevin Costner (nel cast dell’apprezzatissimo Il diritto di contare, 2016), un vero duro nei panni del ranger Hamer, una sorta di Tex Willer d’epoca moderna il quale, anziché a cavallo, va a caccia dei cattivi su strade spesso ancora polverose a bordo di una possente Ford sulla quale dorme e mangia per giorni e giorni pur di non mollare nemmeno per un attimo le tracce dei ricercati. Hamer va a ripescare l’invecchiato, arrugginito ma ancora affidabile collega e amico Gault, interpretato dal sempre versatile Woody Harrelson (bravissimo nel 2017 nella parte del poliziotto di Tre manifesti a Ebbing, Missouri), col quale condivide gioie ma anche i fantasmi delle troppe morti causate in nome della giustizia. Qualcosa in più di un cameo per la sempre vigorosa Kathy Bates (che di recente ho elogiato per il ruolo in Richard Jewell) che qui è la governatrice Ferguson la quale, con un occhio a cosa potranno pensare i suoi elettori, prende una decisione in contrasto con l’istinto.
Quei due fuggiaschi sembravano imprendibili e invincibili. Eppure c’è sempre qualcuno che può tradire il re o la regina, anche per amore, se non per odio o per dovere. Film coinvolgente e divertente. Consigliato. Voto 8,1.
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