Regia di Stefano Mordini vedi scheda film
Un giovane imprenditore di successo è l’unico indiziato per l’omicidio di una fotografa. Non solo si scopre che i due erano amanti, ma le accuse nei confronti dell’uomo sono schiaccianti. Un’abilissima avvocata elaborerà con lui la strategia difensiva, ma non senza averlo interrogato a fondo sull’avvenuto.
Il testimone invisibile è un modo piacevole per trascorrere cento minuti (più o meno) incollati allo schermo fra intrighi, menzogne, doppi giochi e misteri apparentemente irrisolvibili; un discreto congegno che parte da un ‘semplice’ omicidio per scatenare un vortice di punti oscuri che, di dubbio in dubbio, travolge ogni possibile verità intuita dallo spettatore fino a una sconcertante rivelazione finale. Sicuramente nella sceneggiatura da cui prende spunto il lavoro firmato dal regista e da Massimiliano Cantoni, ovvero quella del film spagnolo Contrattempo (2016, regia e copione di Oriol Paulo), a farla da padrone sono la tensione e il suo incalzante crescendo; così che Il testimone invisibile risulta a tutti gli effetti uno dei migliori thriller italiani prodotti in questo periodo, al netto di qualche sbavatura qua e là comunque non particolarmente rilevante, nel ritmo e nei dialoghi. Bravo naturalmente anche Stefano Mordini, esponenzialmente cresciuto sul piano artistico dai tempi dell’esordio a dir poco traballante dietro la macchina da presa con Provincia meccanica (2005); nel cast, anch’esso del tutto apprezzabile, Riccardo Scamarcio, Fabrizio Bentivoglio, Maria Paiato, Sara Cardinaletti, Miriam Leone e Nicola Pannelli. 5/10.
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